Ansa
Le Olimpiadi di Tokyo, che cominceranno il prossimo 23 luglio e finiranno l'8 agosto, potrebbero svolgersi a porte chiuse se i casi di coronavirus Sars-CoV-2 continueranno ad aumentare. Lo ha dichiarato il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, affermando che gli spettatori potrebbero essere esclusi dalle competizioni se peggiora la situazione pandemica.
"C'è la possibilità che non ci siano spettatori" ai Giochi, ha detto Suga. "La nostra priorità massima è proteggere il popolo giapponese", ha aggiunto il premier. Citando proprie fonti a condizione di anonimato, il quotidiano "Yomiuri Shimbun" scrive oggi che gli spettatori potrebbero essere esclusi dagli eventi che si tengono la sera o in grandi luoghi. "I contagi stanno aumentano a Tokyo e in altri luoghi e le persone chiedono il rafforzamento delle misure di prevenzione", si legge su Yomiuri.
Tokyo ha registrato 714 nuovi casi di Covid-19 mercoledi scorso, quasi un centinaio in più dei 619 registrati una settimana prima e oltre i 700 per la prima volta dal 26 maggio. Il balzo in avanti nelle infezioni ha fatto confermare al ministro responsabile che uno stato di emergenza potrebbe essere necessario in futuro. Il livello giornaliero di contagi ha raggiunto una media di 508,4 nella settimana che si è conclusa mercoledi scorso a paragone dei 422,7 della settimana precedente mentre sono 47 il numero di coloro che sono gravemente malati nella capitale giapponese e 3 i morti. Insomma il numero di nuovi contagi è stato in continua crescita negli ultimi giorni. Inoltre, secondo l'Istituto Nazionale delle Malattie Infettive, alla fine di giugno, il 30% delle nuove infezioni nella regione del Kanto, nell'isola più grande del Giappone, dove si trova Tokyo, sono state provocate dalla contagiosissima variante Delta.
A fare eco al premier è stata la nuova presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo, l' ex pattinatrice sul ghiaccio Seiko Hashimoto che ha spiegato che gli organizzatori non insisteranno per avere spettatori "a tutti i costi". Anche la sindaca di Tokyo Yuriko Koike ha confermato che bandire gli spettatori rimane una possibilità se la situazione pandemica peggiora.
Una decisione verrà presa durante una serie di incontri che coinvolgeranno tutti i responsabili e si terranno giovedi 8 luglio.
Manca ormai meno di un mese ai Giochi che sono ancora targati 2020. Dopo il rinvio di un anno fa, Tokyo non ha rinunciato per evitare il tracollo economico. Tuttavia il Paese, dove si sono vaccinati in pochissimi, vive nel terrore del contagio soprattutto da quando i nuovi casi di Covid hanno superato i 700 al giorno, il livello più alto dalla fine di maggio.
"Il numero di nuove infezioni è rimasto basso in molte regioni ma è in risalita a Tokyo", ha dichiarato Yoshihide Suga a un incontro di ministri sulla strategia da seguire per combattere il SARS-CoV-2, "Intendiamo implementare fino in fondo le restrizioni che abbiamo deciso di adottare e intrdourre tutte le misure necessarie al momento giusto mentre monitoriamo attentamente la situazione".
Tokyo ha chiuso definitivamente gli stadi al pubblico straniero, e fissa regole durissime per chi comunque dovrà esserci, 15.400 atleti e 93.000 persone in tutto tra tecnici, dirigenti, personalità, sponsor, volontari e rappresentanti dell’informazione. Purtroppo tanta severità è dovuta al fatto che i giapponesi sono un popolo "no vax" che, quindi, non ha voluto scegliere la strada della vaccinazione per combattere la pandemia.
Una sfiducia che dura da tempo. L’ultimo episodio risale ai primi anni ’90, quando si registrarono alcuni casi di meningite asettica dopo la somministrazione di un farmaco combinato contro morbillo, parotite e rosolia. Così oggi solo il 5% circa dei giapponesi – ma secondo altre fonti siamo poco sopra il 3% – è stato vaccinato, e solo con Pfizer e Moderna, frutto di una campagna iniziata a rilento e di sondaggi non ufficiali secondo i quali più del 50% delle popolazione rifiuterà l’iniezione.
Di conseguenza la vaccinazione non è richiesta per chi arriva nel Paese per seguire o partecipare alle Olimpiadi anche se chi entrerà in Giappone a partire dal 1 luglio dovrà esibire un doppio tampone negativo, effettuarne uno appena sbarcato, accettare di far monitorare 24 ore su 24 la propria posizione tramite GPS o sottoporsi a tre giorni di quarantena, scaricare diverse app, firmare un impegno a seguire le regole, comunicare ogni giorno la propria temperatura corporea, mantenere il distanziamento fisico, evitare del tutto ristoranti, taxi e mezzi pubblici per i primi 14 giorni e tenere informati gli organizzatori dei propri spostamenti dopo aver comunicato con un mese di anticipo quali eventi si intende seguire e con quali motivazioni.
Vietato uscire dal Villaggio Olimpico, vietato frequentare locali, vietati i contatti con chiunque. Solo gare, almeno quelle, ma in quale atmosfera è facile prevederlo. E al primo sintomo di Covid, reclusione immediata in un hotel da 300 posti, già pronto al peggio.
"The number of new infections has remained low in many regions, but it's on a rising trend in Tokyo," Prime Minister Yoshihide Suga told a ministerial meeting on the government's coronavirus response.
"We intend to implement (existing) steps thoroughly and introduce necessary measures in a timely manner, while carefully watching the situation," Suga said, without elaborating further.
The 'quasi' state of emergency caps spectators at 5,000. Olympics organisers have said spectators will be allowed up to half of venue capacity or a maximum of 10,000, though foreign spectators have been banned.
Media said Tokyo governor Yuriko Koike would work from home for an indefinite period after her release early on Wednesday from hospital, where she had been recovering from fatigue.
Tokyo has decided to move off public roads the first half of the 15-day Olympic torch relay scheduled for the capital. read more
Officials have pledged a "safe and secure" Games but face persistent resistance from a substantial part of the public, its worries fanned over two Ugandan delegates who tested positive after arrival in Japan. read more
Public broadcaster NHK said the government was drawing up measures for all foreign athletes in regional training camps ahead of the Olympics to halt training and quarantine in their rooms if one of their group tests positive.
This measure will continue until all have had a negative virus test, NHK added, without identifying its sources.
Tokyo 2020 organisers said in an email those testing positive at the airport would be quarantined and authorities in host areas would decide how to categorise "close contacts".
Organisers also told Reuters that athletes who are nursing mothers would be allowed to bring their children to the Tokyo Olympics when necessary. read more
They have barred family members of athletes from attending the Games due to COVID-19 safety protocols, prompting some athletes to complain that they were being forced to choose between the Games and their young children.
"... after careful consideration of the unique situation facing athletes with nursing children, we are pleased to confirm that, when necessary, nursing children will be able to accompany athletes to Japan," organisers said.
Even in the "most optimistic scenario", Tokyo's daily new cases could reach 1,000 in July, and 2,000 in August, fuelled by greater travel activity during the Games, university researchers and the National Institute of Infectious Diseases project.
If infections accelerate during or after the Games, Tokyo's hospital bed usage could hit its limit in August, they added.
Un mese esatto ai Giochi. Strani, inediti, incerti, dispari pur essendo ancora targati 2020. Dopo il rinvio di un anno fa, Tokyo non ha rinunciato. Non poteva, per non sopportare un tracollo economico più forte ancora di quello che già dovrà digerire. Ma non ha voglia. Ha paura del contagio, trema, chiede chiaramente al mondo di stare a casa, ha chiuso definitivamente gli stadi al pubblico straniero, e fissa regole durissime per chi comunque dovrà esserci, 15.400 atleti e 93.000 persone in tutto tra tecnici, dirigenti, personalità, sponsor, volontari e rappresentanti dell’informazione. Norme che sarebbero pure sopportabili e giustificate dalla pandemia che da quelle parti ha rallentato poco, ma che si scontrano con la realtà di un Paese fondamentalmente “no vax”, che tra mille accortezze non ha previsto la più logica, quella del vaccino obbligatorio.
Una profonda sfiducia, quella dei giapponesi nei confronti degli antidoti – soprattutto se fabbricati da aziende straniere – che arriva da lontano. L’ultimo episodio risale ai primi anni ’90, quando si registrarono alcuni casi di meningite asettica dopo la somministrazione di un farmaco combinato contro morbillo, parotite e rosolia. Così oggi solo il 5% circa dei giapponesi – ma secondo altre fonti siamo poco sopra il 3% – è stato vaccinato, e solo con Pfizer e Moderna, frutto di una campagna iniziata a rilento e di sondaggi non ufficiali secondo i quali più del 50% delle popolazione rifiuterà l’iniezione. Nessun piano invece per AstraZeneca, con 1,24 milioni di dosi inutilizzate donate dal governo a Taiwan, 1 milione al Vietnam e un’enorme quantità di dosi promesse al programma Covax delle Nazioni Uniti per i Paesi a basso reddito.
Come immediata e incomprensibile conseguenza, nelle 68 pagine del Playbook, il manuale che fissa le regole fuori campo di quello che non è più un gioco, la vaccinazione non è richiesta. Ma chiunque entrerà in Giappone per le Olimpiadi a partire dal 1 luglio (i Giochi inizieranno ufficialmente il 23) dovrà esibire un doppio tampone negativo, effettuarne uno appena sbarcato, accettare di far monitorare 24 ore su 24 la propria posizione tramite GPS o sottoporsi a tre giorni di quarantena, scaricare diverse app, firmare un impegno a seguire le regole, comunicare ogni giorno la propria temperatura corporea, mantenere il distanziamento fisico, evitare del tutto ristoranti, taxi e mezzi pubblici per i primi 14 giorni e tenere informati gli organizzatori dei propri spostamenti dopo aver comunicato con un mese di anticipo quali eventi si intende seguire e con quali motivazioni.
«Ci aspettiamo che tutti si adeguino. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che potrebbero esserci infrazioni», dice il direttore delle operazioni dei Giochi, Pierre Ducrey. «Per chi non rispetta le norme ci saranno sanzioni», che andranno da un semplice avvertimento alla multa, fino alla squalifica temporanea o definitiva dalle Olimpiadi. Il Cio ha anche sottolineato che il governo giapponese ha il potere di espulsione dal Paese.
I Giochi insomma si ammanettano ai Cinque Cerchi. Erano global, ora saranno local. Impianti aperti al massimo a 10mila spettatori (e non oltre il 50% della capienza), tutti rinchiusi in una bolla, atleti compresi, soprattutto loro. Prigionieri, anzi sottoposti a un trattamento di “isolation facility”, che in inglese suona meglio. Vietato uscire dal Villaggio Olimpico, vietato frequentare locali, vietati i contatti con chiunque. Solo gare, almeno quelle, ma in quale atmosfera è facile prevederlo. E al primo sintomo di Covid, reclusione immediata in un hotel da 300 posti già pronto al peggio. L’Olimpiade della pandemia ha un prezzo, ed è molto alto.