Un frame del video diffuso dalle Forze di Difesa israeliane che mostra il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, in un tunnel della Striscia con moglie e figli - ANSA
«Gli Stati Uniti stanno lavorando a una tregua tra Israele e Hamas di almeno sei settimane» ha detto il presidente Joe Biden dopo aver incontrato alla Casa Bianca re Abdallah II di Giordania. Si riparte dunque dal piano di Parigi, che era stato elaborato dai servizi di Israele, Usa ed Egitto assieme al primo ministro del Qatar e al quale Hamas aveva reagito con una controproposta di quattro mesi e mezzo giudicata irricevibile dal governo di Benjamin Netanyahu. Quel piano, consegnato il 28 gennaio, prevedeva lo scambio tra ostaggi civili e detenuti palestinesi nella misura di uno ogni tre, il riposizionamento delle truppe lontano dalle aree più popolate della Striscia di Gaza e un aumento degli aiuti. Ipotizzava successive tregue per il rilascio dei militari e dei corpi degli ostaggi deceduti.
Sono queste le carte sui tavoli delle trattative riprese ieri al Cairo, dove sono volati il direttore della Cia William Burns, il capo del Mossad David Barnea, quello dello Shin Bet (i servizi interni) Ronen Bar e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani. Ai colloqui partecipa il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel, che dovrebbe vedere anche una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya, vice del capo militare nella Striscia, il super ricercato Yahya Sinwar di cui ieri Israele ha detto di avere trovato un video. Lo si vedrebbe con moglie e due o tre figli, in buone condizioni, dentro un tunnel a Khan Yunis ripreso dalla telecamera di sorveglianza.
Stando a una fonte palestinese sentita da al-Jazeera, per il momento al Cairo i delegati di Hamas starebbero a guardare. Un funzionario del gruppo ha confermato che «Hamas e le altre fazioni stanno aspettando l’esito degli incontri del Cairo, Hamas è aperta a discutere qualsiasi iniziativa che metta fine all’aggressione e alla guerra. Le prossime 24 ore saranno cruciali».
Fonti egiziane parlano di «progressi in corso». Da Doha il portavoce del ministero degli Esteri Majed al-Ansari annuncia di aver ricevuto «un’iniziale risposta positiva» da Hamas aggiungendo che «anche Israele ha accettato la proposta». Si starebbe «lavorando su alcuni dettagli». «Speriamo che la questione venga risolta entro poche settimane», ha indicato secondo quanto riferisce l’israeliano Ynet.
Sempre in Qatar, lunedì l’emiro Tamin bin Hamad al-Thani avrebbe informato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen che Hamas è pronto a sostenere un governo tecnico a Gaza. All’emittente saudita al-Sharq, il segretario del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein Al-Sheikh, ha detto che «Paesi arabi guidati da Riad stanno preparando un documento congiunto che comprende tre punti: fermare la guerra, trovare una soluzione politica e aiutare i palestinesi a riorganizzarsi». «Si lavora per avviare un dialogo intra-palestinese» ha precisato, sostenendo che la leadership di Ramallah «accoglie con favore l’ingresso di Hamas nell’Olp». Da Doha è passato anche il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, che ha incontrato il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh.
Dopo Usa e Regno Unito, anche la Francia ha annunciato sanzioni nei confronti dei coloni israeliani responsabili di violenze contro i palestinesi in Cisgiordania. Si tratta di 28 individui (Washington e Londra ne avevano sanzionati 7 in totale) ai quali sarà vietato entrare in territorio francese.
La distruzione nella Striscia di Gaza dopo i raid israeliani - ANSA