Il minisro degli Esteri Luigi Di Maio durante la visita guidata dei capi delegazione Esteri ai Sassi di Matera in occasione della riunione del G20 - Ansa
Il multilateralismo come mezzo per contrastare anche l’impatto sanitario della pandemia di Covid-19. A Matera il ministro Luigi Di Maio ha accolto ieri i 32 partecipanti al G20 dei ministri degli Esteri e dello Sviluppo (in video collegamento solo i rappresentanti di Cina, Brasile e Australia) chiarendo l’obiettivo della presidenza italiana. Ma sul tema si è acceso lo scontro a distanza tra Washington, Berlino e Pechino. «La pandemia ha messo in luce la necessità di una risposta internazionale a emergenze che trascendono i confini nazionali. Il multilateralismo e la cooperazione sono fondamentali per rispondere alle sfide globale – ha detto Di Maio –. L’Italia sostiene un multilateralismo efficace con una leadership dell’Onu». In agenda, oltre al rilancio del multilateralismo per affrontare le sfide globali, ampio spazio per l’Africa, con un approfondimento sulle politiche di inclusione di giovani e donne, commercio, transizione energetica, sicurezza alimentare.
Antony Blinken, segretario di Stato Usa, ha sottolineato che «il multilateralismo è il nostro strumento migliore per affrontare le sfide globali che abbiamo davanti, che sia la pandemia di Covid, la crisi climatica o la costruzione di una ripresa economica sostenibile». Per Blinken l’incontro di ieri «rafforza questo ruolo vitale ed il nostro impegno profondo per questo». «Dobbiamo portare più vaccini in più Paesi», ha aggiunto il segretario di Stato Usa, ricordando che gli Stati Uniti hanno stanziato 2 miliardi dollari a Gavi per il programma Covax, che ha l’obiettivo di distribuire i vaccini anti-Covid in modo equo nel mondo ma che finora ha proceduto con molti ritardi.
«Il nostro principale obiettivo è una strategia per uscire dalla crisi del Covid-19, soprattutto in Africa», aiutando il continente a «ricevere più vaccini», ma anche ad aumentarne la produzione, gli ha fatto eco la commissaria Ue per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen. «Se vogliamo rafforzare la resilienza» dei sistemi sanitari in Africa, «anche in vista di altre crisi in futuro, abbiamo bisogno di aumentare la produzione dei vaccini», ha evidenziato la commissaria. Servono «azioni urgenti per invertire la tendenza attuale» in Africa, cominciando a sviluppare «la capacità di produzione locale dei vaccini», è stato l’appello lanciato dal ministro degli Esteri della Repubblica democratica del Congo, nelle sue vesti di presidente dell’Unione Africana, ai capi delle diplomazie del G20. Christophe Lutundula ha inoltre esortato ad aumentare «la capacità di fare i test nei Paesi che non dispongono dei prodotti o dei laboratori necessari».
Da parte sua la Cina ha rivendicato di aver fornito finora oltre 450 milioni di vaccini contro il Covid a circa un centinaio di Paesi. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, dopo aver espresso l’auspicio di un «vero multilateralismo», ha esortato gli altri Paesi che possono farlo a evitare le restrizioni sulle esportazioni, dando il loro contributo a colmare «il gap nelle immunizzazioni». Il multilateralismo «non è uno slogan altisonante e tanto meno può essere uno strumento per l’attuazione di azioni unilaterali», ha osservato Wang Yi sollecitando i suoi omologhi a opporsi al «gioco a somma zero». Il ministro tedesco Heiko Mass ha sottolineato però che la «diplomazia vaccinale» messa in atto da Cina e Russia punta ad «ottenere vantaggi geostrategici di breve termine», invece di salvaguardare la salute globale. Il G20, ha aggiunto Mass, è un’opportunità per cooperare in tempi di crisi globali ed è importante avere al tavolo Pechino e Mosca, con cui però restano le divergenze.
Tra i temi discussi dal G20 la sicurezza alimentare, tema affrontato anche nella dichiarazione congiunta che sottolinea come a causa della pandemia 100 milioni di persone in più soffriranno la fame. «Chiediamo a tutti gli attori pertinenti nei nostri Paesi e oltre di attuare le seguenti azioni urgenti necessarie alla ripresa dalla crisi, anche intensificando la cooperazione nord-sud, sud-sud e triangolare, con l’obiettivo di raggiungere un mondo libero da fame e malnutrizione, realizzare il diritto a un’alimentazione adeguata, alleviare la povertà e promuovere società giuste, pacifiche e inclusive», si legge nella dichiarazione finale. «Sono particolarmente orgoglioso del fatto che tutti abbiamo ribadito l’impegno contro l’insicurezza alimentare adottando la dichiarazione di Matera. E sono molto orgoglioso che l’adozione sia avvenuta qui, confermando il ruolo di leadership dell’Italia», la chiosa di Di Maio.