venerdì 31 luglio 2015
​La diffusione del virus ebola, tra il 2014 e il 2015, ha impedito la registrazione di decine di migliaia di piccoli che, oggi, sono senza documenti di identità e a rischio di malattie e adozioni illegali.
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​In Liberia l'Unicef sta sostenendo una campagna del governo per recuperare 70.000 bambini che non sono stati registrati alla nascita perchè la diffusione del virus ebola ha reso impossibile raggiungerli. Oggi i piccoli si trovano a rischio di malattia e di essere adottati illegalmente. Secondo i dati del ministero della salute le registrazioni alla nascita, nel 2014 e nel 2015, sono calate sensibilmente rispetto ai livelli pre-Ebola. Nel 2013, prima che il virus si diffondesse, erano state registrate 79.000 nascite mentre nel 2014 il numero delle registrazioni è diminuito a 48.000, ovvero meno 39% rispetto all'anno precedente. Tra gennaio e maggio 2015 sono stati registrati alla nascita soltanto 700 bambini. "I bambini che non sono stati registrati alla nascita ufficialmente non esistono - ha dichiarato Sheldon Yett, rappresentante Unicef in Liberia - Senza la cittadinanza i bambini in Liberia, che hanno già subito terribili sofferenze a causa dell'ebola, rischiano di rimanere ai margini della società, senza accesso ai servizi sociali e sanitari". 

Nella vicina Sierra Leone, dove, pure, l'emergenza ebola ha indebolito i sistemi sanitari circa 250.000 bambini sono stati registrati nel corso di una campagna di 5 giorni per la registrazione delle nascite e di vaccinazioni contro la polio.

 
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