lunedì 22 luglio 2024
Dopo il ritiro dalla corsa del “Commander in chief” la vicepresidente ha mostrato sicurezza e fair play. Già conquistato il sostegno di 800 dei 4.000 delegati
La prima apparizione pubblica di Kamala Harris dal ritiro di Biden di fronte agli sportivi della National Collegiate Athletic Association alla Casa Bianca. La vice non ha accennato alla propria candidatura alle presidenziali

La prima apparizione pubblica di Kamala Harris dal ritiro di Biden di fronte agli sportivi della National Collegiate Athletic Association alla Casa Bianca. La vice non ha accennato alla propria candidatura alle presidenziali - Reuters

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«Il primo partito che manderà in pensione il suo candidato ottantenne vincerà le elezioni». La “profezia” del gennaio scorso era della repubblicana Nikki Haley, ora convertita al trumpismo, ma in queste ore a ripeterla sono i democratici, che cominciano a credere di avere una carta vincente contro The Donald. La stessa Kamala Harris, candidata in pectore del partito democratico dopo l’abbandono di Joe Biden, ieri ha fatto sfoggio di sicurezza, affrettandosi a definire la sua personalità, relativamente poco nota al grande pubblico, in termini di determinazione prima che gli attacchi del rivale la definiscano in negativo. «È il primo giorno intero della nostra campagna. Mancano 105 giorni. Insieme, vinceremo», ha scritto su X la vice presidente, annunciando un viaggio nel Delaware a incontrare lo staff elettorale nel quartier generale della campagna. Oltre a dover convincere gli elettori (inclusi i grandi donatori del partito) di essere all’altezza del compito affidatole da Biden, Harris deve infatti prendere rapidamente in mano le redini della macchina elettorale e dirigerla con sicurezza fino al 5 novembre.

Ma nel primo intervento pubblico alla Casa Bianca, per celebrare le squadre del campionato di atletica universitario, Harris non ha fatto alcun riferimento al suo nuovo ruolo. Partecipando all'evento in qualità di vice presidente, hanno fatto notare i suoi collaboratori, sarebbe stato inappropriato farlo. La democratica invece si è concentrata sul presidente uscente. «L’eredità dei successi di Joe Biden in questi tre anni e mezzo non ha pari nella storia moderna: in un mandato ha già superato i successi della maggior parte dei presidenti che hanno servito due mandati — ha detto —. Ogni giorno durante la sua presidenza ho visto la sua onestà, la sua integrità, il suo impegno per la famiglia e la fede, il suo cuore grande e il suo profondo amore per il nostro Paese». Quindi ha rassicurato gli americani che Biden si sta riprendendo velocemente dal Covid.

Ma il lavoro dietro le quinte resta frenetico. Harris ha parlato con gli ex presidenti Barack Obama e Bill Clinton, con l’ex segretario di Stato Hillary Clinton e con altri 100 leader di partito, deputati e senatori, governatori, leader sindacali e vertici di organizzazioni di difesa dei diritti civili. Un’attività che l’ha portata a raccogliere i sostegno di oltre 800 dei quasi 4.000 delegati democratici che devono scegliere il candidato del partito alla Casa Bianca. Ne ha bisogno 1.976 per garantirsi la nomination. Un altro ingranaggio che si è subito messo in moto è quello che porta al trasferimento dei cruciali fondi elettorali raccolti da Biden, un tesoro di 95 milioni di dollari. Funzionari e legali democratici sono convinti che non costituisca nessun problema ed anzi il suo automatismo è una delle ragioni che spingono a conferire la nuova nomination alla vicepresidente. Dal momento che alla commissione elettorale federale è stata registrata la campagna Biden-Harris, la democratica è infatti già titolata a gestire quei fondi. Tanto che poche ore dopo l'annuncio di Biden, mentre al comitato della campagna arrivavano oltre 50 milioni di dollari di elettori entusiasti per il cambio, è stato notificato alla commissione elettorale che il nome della campagna è diventato “Harris for president”. I repubblicani hanno annunciato un ricorso.

Ma in una gara serrata come quella in corso ogni dollaro conta. Ecco allora che Hillary Clinton lancia su X una nuova raccolta per la vicepresidente. «Conosco Kamala da molto tempo. Questo brillante pubblico ministero perseguirà il caso contro il criminale condannato Donald Trump e l’agenda del Progetto 2025 che vuole toglierci le nostre libertà. Ma non può farcela da sola», si legge, prima del link per le donazioni. Quanto ai sondaggi, le prime rilevazioni sul cambio al timone arriveranno nei prossimi giorni, ma ancora prima dello storico annuncio di domenica Kamala andava meglio di Joe nelle opinioni degli americani, anche se di poco. Secondo la rete Abc, Trump è avanti su Harris, ma il divario si va riducendo. Il Washington Post fa notare che dal dibattito il vantaggio di Trump si è ridotto a 1,5 punti in media rispetto a Harris.

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