La mappa delle colture in Ucraina tratta dalla ricerca su Nature: "Quantification of losses in agriculture production in eastern Ukraine due to the Russia-Ukraine war"
La guerra non li ha risparmiati, ha colpito duro i loro raccolti e la produzione che garantisce il pane. Anche gli sterminati campi agricoli ucraini, così rappresentativi del Paese da finire sulla bandiera nazionale con il colore giallo del grano sotto il blu del cielo, hanno vissuto negli ultimi due anni l’impatto devastante del conflitto.
Quasi un terreno arabile su cinque è rimasto incolto nelle regioni del sud-est, uno su quattro dove è andata peggio, come nell’oblast di Kherson. Là dove si è riusciti a seminare, le perdite sono state comunque severe, come per la produzione di grano del Donetsk, ridotta di quasi la metà. Le conseguenze del calo di derrate hanno oltrepassato i confini locali, investendo i tanti Paesi a medio e basso reddito che dipendevano dai prodotti alimentari di Kiev, e spingendo nuovi strati di popolazione del pianeta verso l’insicurezza alimentare.
Prima dell’invasione russa, dalle campagne ucraine partiva il 46% delle esportazioni globali di olio di girasole, il 9% di quelle di grano e il 12% di quelle di mais. Uno studio pubblicato la scorsa settimana sulla rivista scientifica Nature ha cercato di quantificare il calo delle derrate agricole ucraine prodotte sin dallo scoppio della guerra e la perdita economica che ne è conseguita. «Il successo nell’affrontare l’attuale crisi alimentare dipende in modo cruciale dalle valutazioni quantitative delle perdite di produzione agricola in Ucraina causate del conflitto», è la premessa da cui sono partiti gli autori dell’indagine, sei ricercatori dell’Università di Hong Kong.
Lo studio combina immagini rese disponibili dai satelliti Sentinel-1 e Sentinel-2 del programma europeo Copernicus tramite la piattaforma Google Earth Engine (Gee) con quelle tratte da Google Street View, riuscendo a generare una mappa di classificazione delle colture del Paese nel 2020, cioè ben prima dell’invasione russa su vasta scala. Le quattro colture principali in Ucraina erano nell’ordine, per superfici occupate, il mais, il grano, il girasole e la colza, con il sud-est dominato dalle ultime tre.
ANSA
I ricercatori ne hanno indagato lo stato di semina e di crescita, la loro resa, hanno persino considerato la variazione delle luci notturne, indicatore affidabile per intercettare i danni socioeconomici legati alla guerra. Hanno puntato l’attenzione sulle cinque regioni dell'Ucraina sud-orientale «ad alto rischio», quelle di Crimea, Donetsk, Kherson, Lugansk e Zaporizhzhia. Il lavoro analisi ha rivelato che nel corso del 2022, nel territorio oggetto di studio e per le tre colture più diffuse, circa il 18% delle aree agricole è rimasto incolto (con margine di errore di più o meno il 2,47%). Appunto, quasi uno terreno su cinque. La regione più danneggiata è stata, come accennato, quella di Kherson con un campo su quattro rimasto senza semina.
Là dove, invece, si è riusciti a coltivare e ad arrivare al raccolto, grano, girasole e colza hanno mostrato cali medi di produzione fra il 36 e il 37% rispetto al periodo 2019-2021. Donetsk ha avuto in media il tasso di perdita di grano più grave (44,66%), mentre a Kherson i girasoli hanno segnato le maggiori riduzioni (39,4%). Le perdite economiche per la flessione nei raccolti ammonterebbero a 520 milioni di dollari per il grano, 427 milioni per i girasoli e 205 milioni per la colza. Altri milioni perduti, poi, nei terreni rimasti incolti. Il metodo di ricerca messo a punto in questo studio, assicurano i suoi autori, potrà essere d’aiuto anche oltre il contesto del conflitto.