Due esemplari di panda nello zoo di Vienna - REUTERS
I primi furono Hsing-Hsing e Ling-Ling. Donati da Mao in persona all’allora presidente americano Richard Nixon, dopo che la First Lady Usa Pat aveva espresso tutta la sua ammirazione per i panda. (Per la cronaca gli Usa ricambiarono l’omaggio, spedendo in Cina una coppia di buoi muschiati). Era 1972, il disgelo tra i due Paesi era iniziato l’anno prima con un‘altra bizzarra e un po’ fortuita materializzazione dell’arte della diplomazia: quella del ping-pong. Da allora c’è stato un continuo via vai di panda, i cui viaggi di andata e ritorno hanno ritmato lo stato di salute dei rapporti tra Pechino e Washington. In stallo? Niente panda. Negativi? Gli animali vengono rimpatriati, come accadde nel 2010 quando il presidente Usa Barack Obama incontrò il Dalai Lama irritando Pechino. Ebbene dopo un lungo periodo di ostilità latente e non, e dopo l’incontro dello scorso novembre tra il presidente cinese Xi Jinping e il “collega” Usa Joe Biden, la Cina è pronta a riattivare la “diplomazia del panda”, un gesto che da queste parti viene considerato come un segno di amicizia e distensione e risale addirittura al periodo della dinastia Tang (618-907). La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha fatto sapere che «le istituzioni cinesi hanno già firmato accordi con lo zoo di San Diego negli Stati Uniti», incentrati «su un nuovo ciclo di cooperazione per la protezione dei panda giganti». Oltre alla città californiana, verrà “omaggiata” anche Madrid, mentre sono in corso le trattative anche con Washington e Vienna. Prestiti e non doni: dal 1984 infatti gli animali vengono ceduti per lassi di tempo definiti, e spesso rinnovati. Attualmente l’unico zoo statunitense a vantare la presenza dell’animale simbolo della Cina è quello di Atlanta in Georgia.
Il presidente cinese Xi Jinping - ANSA
Ma perché i panda? Cosa rappresenta per la cultura cinese questo animale placido e pacifico, erbivoro a dispetto delle sue grandi dimensioni? Simbolo non solo di pace e amicizia, i panda agli occhi dei cinesi incarnano anche la forza e una somma di qualità guerriere – come la capacità di procurarsi il cibo e di resistere alle basse temperature – che i cinesi amano attribuirsi. In più il manto bianco e nero è visto come la plastica rappresentazione di Yin e Yang, la dualità alla base del pensiero cinese. Non sempre la diplomazia dei panda ha funzionato. Ne sanno qualcosa i due panda Tuan-Tuan e Yuan-Yuan, “unità” e “riunione”. Nel 2005 Taiwan li rifiutò.