mercoledì 23 novembre 2022
Il patriarcato di Mosca protesta e denuncia quanto successo come "un atto di intimidazione" contro i suoi fedeli in Ucraina
Militari ucraini all'interno del monastero di Pechersk Lavra, a Kiev. Controllati i fedeli e gli ambienti

Militari ucraini all'interno del monastero di Pechersk Lavra, a Kiev. Controllati i fedeli e gli ambienti - Reuters

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I servizi d'intelligence ucraini hanno compiuto, ieri, un raid nel monastero di Pechersk Lavra (delle Grotte) a Kiev nell'ambito di un'operazione per "contrastare azioni sovversive da parte dei servizi speciali russi". Situato nel sud della capitale ucraina, il monastero dell'XI secolo è anche sito Unesco. E' uno dei maggiori centri della Cristianità ortodossa, ed appartiene alla Chiesa ortodossa ucraina fedele al patriarcato di Mosca.

Agenti hanno perquisito le borse dei fedeli e controllato i documenti di identità. L'operazione, spiegano a Kiev, rientra nel lavoro sistematico dell'intelligence ucraina "per contrastare le attivita' distruttive dei servizi speciali russi in Ucraina", con l'obiettivo di impedire l'uso del monastero come "centro del mondo russo" e fugare sospetti "sull'uso dei locali per ospitare gruppi di sabotaggio e ricognizione, cittadini stranieri, deposito di armi".

La Chiesa ortodossa russa ha denunciato quanto successo come "un atto di intimidazione", diretto contro i fedeli rimasti legati al patriarcato di Mosca.

I media ucraini, sottolinea la Chiesa ortodossa russa, hanno dato notizia di perquisizioni in corso del monastero da stamane per il sospetto che il luogo sacro sia usato per "ospitare gruppi sovversivi o di spionaggio, cittadini stranieri o immagazzinare armi".

"Come molti altri casi di persecuzione dei credenti in Ucraina fin dal 2014, questo atto di intimidazione sarà quasi certamente ignorato da coloro che si definiscono come la comunità internazionale dei diritti umani", afferma sul suo canale Telegram Vladimir Legoyda, rappresentante della Chiesa ortodossa russa, citato dall'agenzia Interfax.

"Preghiamo - aggiunge Legoyda - per i nostri correligionari di Pechersk Lavra, vittime dell'illegalità, e facciamo appello a tutti i responsabili perché facciano il possibile in modo che la persecuzione finisca e l'antico monastero rimanga un luogo di preghiera per la pace".

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