martedì 27 agosto 2024
Oltre alla regione russa di Kursk, finisce nel mirino degli ucraini anche quella di Belgorod. Zelensky parla però anche di un "piano di pace". Grossi (Aiea): tracce di droni sulla centrale di Kursk
Una bambina ucraina gioca sull'altalena nel buio di Kiev, sotto blackout quasi totale dopo gli attacchi massicci lanciati negli ultimi due giorni dai russi

Una bambina ucraina gioca sull'altalena nel buio di Kiev, sotto blackout quasi totale dopo gli attacchi massicci lanciati negli ultimi due giorni dai russi - ANSA

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L’Ucraina alza il tiro e testa il suo primo missile balistico. La Russia bombarda e penetra ancora di più nel Donbass. Cresce l’allerta nucleare. Tutto sembra precipitare rapidamente verso il peggio in questo martoriato quadrante del Continente. L’avanzata di Kiev in territorio russo, dopo i chilometri di terreno conquistati nelle regione di Kursk (1.294, secondo i dati forniti dagli ucraini), adesso punta anche su quella di Belgorod, particolarmente strategica perché qui si concentrano snodi logistici e di rifornimento per le armate di Mosca che stanno combattendo oltreconfine.

Kiev deve fare i conti con nuovi attacchi che anche oggi hanno colpito il territorio nazionale, provocando la morte di almeno cinque persone. Ma il presidente Volodymyr Zelensky vuole battere il ferro finché è caldo, sull’onda emotiva provocata dal massiccio bombardamento subito dal suo Paese due giorni fa. Funzionari ucraini stanno preparando una lista da presentare ai massimi responsabili della sicurezza nazionale degli Stati Uniti con un elenco di obiettivi a lungo raggio in Russia che potrebbero essere colpiti se fossero revocate le restrizioni sulle armi statunitensi utilizzate all’interno della Russia.

Bisogna poi motivare la popolazione, e per questo risultano come sempre molto funzionali gli annunci a sorpresa. Uno è arrivato proprio oggi: l’Ucraina ha testato con successo il suo primo missile balistico di fabbricazione interna. A comunicarlo è stato lo stesso Zelensky, intervenuto al forum “Ukraine 2024. Independence” a Kiev. «Forse è troppo presto per parlarne – ha detto il presidente – ma voglio condividerlo con voi». Al netto della retorica della quale è stato caricato il messaggio presidenziale, l’avvertimento per Mosca è chiaro: l’Ucraina non ha alcuna intenzione di cedere, soprattutto adesso che può utilizzare gli F-16 contro gli attacchi che arrivano da Mosca.

La Russia sta cercando di bloccare l’avanzata ucraina in ogni modo. Secondo il comandante delle forze armate di Kiev, Alexander Syrsky, Mosca ha schierato 30mila soldati in direzione di Kursk. Gli insediamenti conquistati fino a questo momento sono un centinaio, i soldati catturati circa 600. Troppo poco per convincere il Cremlino a desistere. Del resto, è proprio questo uno degli obiettivi di Kiev: costringere la Russia a concentrare forze nella regione occupata, in modo da distoglierle da altri territori. Anche per questo motivo i militari ucraini stanno cercando di sfondare a Belgorod. La notizia è stata data dal governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, in persona. Su Telegram ha scritto che «ci sono informazioni secondo le quali il nemico sta cercando di attraversare il confine». Il ministero della Difesa russo ha ammesso che la situazione a Belgorod è «difficile, ma controllabile». Il dicastero ha però anche voluto sottolineare che la Russia è penetrata più in profondità nella regione di Donetsk, vicino alla città di Pokrovsk, che rappresenta un centro logistico chiave.

Non bastasse, il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, che si è recato personalmente a ispezionare l’impianto nucleare di Kursk – dopo aver ricevuto pressioni da Mosca durate giorni – ha dovuto certificare una situazione tutt’altro che tranquillizzante. Grossi ha detto di aver visto «tracce di droni» sul territorio della centrale, segno che un tentativo di attacco c’è stato. Ma è impossibile sapere se quei droni siano ucraini oppure russi. E va tenuto nel conto che Mosca è alla ricerca del pretesto perfetto per alzare la tensione. Fino a quel momento, per non sbagliare, continua con l’arma della paura. Il ministro degli Esteri, Sergeij Lavrov, ha fatto sapere che il Cremlino sta modificando la formulazione della sua dottrina sull’uso delle armi nucleari e che gli americani «sono molto consapevoli di questa dottrina».

Il presidente Usa, Joe Biden, si dice convinto che la Russia non vincerà la guerra, ma la porta per la diplomazia rimane aperta. Lo stesso Zelensky ha dichiarato che presenterà a Biden e ai candidati alla presidenza, Kamala Harris e Donald Trump un «piano per la pace». Il programma prevede misure sul fronte diplomatico ed economico che dovrebbero convincere Mosca ad accettare il negoziato. La pressione su Kursk e Belgord dovrebbe contribuire a fare leva. Sempre che il Cremlino non scelga di andare esattamente in direzione opposta.

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