mercoledì 28 agosto 2024
Il britannico nega di voler «rinegoziare» l’uscita ma vuole «puntare a partenariati autentici e ambiziosi». Oggi incontra anche Macron
Il premier britannico Keir Starmer (a sinistra) e il cancelliere tedesco Olaf Scholz

Il premier britannico Keir Starmer (a sinistra) e il cancelliere tedesco Olaf Scholz - Ansa

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Non Bruxelles ma Berlino. È la capitale europea scelta dal premier britannico, Keir Starmer, come prima tappa del percorso che, questa è la promessa, consentirà al Regno Unito di «voltare pagina sulla Brexit». La seconda è Parigi. Una sorta di “Brexit a pezzi”
Il viaggio sul Continente è arrivato a neppure due mesi dall’insediamento del nuovo governo laburista. Il conservatore Rishi Sunak, il premier di cui Starmer ha preso il posto, ci aveva messo più di un anno prima di mettere piede nell’Unione Europea. Tempistica lampo per alte aspettative. «Abbiamo adesso l’opportunità unica di ripristinare le relazioni con l’Europa danneggiate dal precedente esecutivo», ha precisato alla vigilia della partenza, e «puntare a partenariati autentici e ambiziosi che portino benefici al nostro popolo». Il primo sarà proprio con la Germania.
La dichiarazione congiunta seguita al faccia a faccia con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e alla successiva conferenza stampa parla di un «trattato di cooperazione bilaterale» da finalizzare «entro l’inizio del prossimo anno», su pace e difesa, su sviluppo economico e industriale, su sicurezza energetica e politiche ambientali, su istruzione e scambi culturali, su immigrazione irregolare, intelligence e lotta al traffico di esseri umani. Un ampio corollario di obiettivi comuni che, per il momento, non contempla i programmi di mobilità giovanile a cui sono interessati molti Paesi europei alla ricerca di soluzioni alternative all’Erasmus, da cui il Regno Unito si è sfilato, per riprendere a mandare studenti e giovani lavoratori Oltremanica a imparare l’inglese.
Sono in molti ad aver notato la complicità “di sinistra” tra Starmer e Scholz definitisi, reciprocamente, «buoni amici» e «fidati alleati». Entrambi, c’è da dirlo, hanno bisogno di rilanciare le rispettive economie e leadership. Il primo si appresta a varare una manovra finanziaria «dolorosa»; il secondo è già in assetto elettorale in vista delle consultazioni dell’anno prossimo. L’operatività della loro intesa dovrà però essere conforme all’appartenenza della Germania all’Ue e alla Brexit. Il premier britannico ha dovuto chiarire che non è sua intenzione annullare il divorzio dall’Ue né avviare le procedure per riportare Londra nel mercato unico. La sua strategia è resettare le relazioni con il “club a 27” negoziando, questo è quello che lasciano intendere le sue ultime mosse, singoli accordi con i singoli Paesi. Oggi sarà in Francia a colloquio con il presidente Emmanuel Macron, che ieri sera ha affiancato sugli Champs Elysees alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi, e con i boss di aziende d’Oltralpe come Thales, Eutelsat, Mistral AI e Sanofi. Secondo gli addetti ai lavori la collaborazione di Starmer con i governi europei «di peso» potrebbe essergli utile a sgombrare da eventuali ostacoli il percorso che, in futuro, potrebbe portarlo a chiedere ulteriori concessioni post-Brexit a Bruxelles che, un tempo, criticava il «lobbysimo» britannico nelle cancellerie del continente. Avrà cambiato idea?

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