(Tutte le foto sono della ong "Vento di terra")
La Corte suprema israeliana ha dato il via libera alla demolizione del villaggio beduino palestinese di Khan al-Ahmar, in Cisgiordania, nonostante la campagna di pressione dei governi europei per evitarlo.
Vari governi europei hanno espresso preoccupazione e chiesto a Israele di non procedere alla demolizione del centro abitato da 180 persone, che si trova a nordest di Gerusalemme vicino a varie colonie israeliane. "Questa sentenza toglie la minima protezione accordata sinora da questo tribunale alla comunità dei beduini", ha affermato in una nota Shlomo Lecker, avvocato degli abitanti del villaggio, definendo il verdetto "una approvazione di crimini contro l'umanità".
Il tribunale nella sua decisione ha affermato di non aver trovato "motivi validi per intervenire nella decisione del ministro della Difesa, che aveva ordinato la demolizione delle strutture illegali a Khan al-Ahmar".
I giudici hanno ritenuto che il villaggio sia stato creato senza permesso di costruzione, autorizzazioni praticamente impossibili da ottenere dai palestinesi nei settori controllati da Israele nella Cisgiordania occupata. Secondo Haaretz, le operazioni di demolizione potranno avere inizio in qualsiasi momento dal mese prossimo. Il giornale sostiene che la sentenza desta preoccupazione fra altre comunità beduine della Cisgiordania - come quella di Susya - che temono di essere pure costrette a trasferirsi nelle località indicate loro dalle autorità israeliane.
La decisione della Corte suprema israeliana colpisce anche la Scuola di gomme, gestita dall'ong italiana Vento di Terra che l'ha realizzata nel 2009. "La scuola, il simbolo della tutela dei diritti della popolazione beduina in un'area segnata da esponenziale espansione degli insediamenti israeliani, è dalla sua fondazione sotto ordine di demolizione. La Corte suprema israeliana si è espressa nel 2014 invitando le parti a trovare un accordo e ribadendo il valore sociale della struttura", scriveva nel 2016 l'ong, citata da Nena News. Spiegava inoltre che "la scuola si trova nel Corridoio E1, dove il governo israeliano intende completare il Muro di separazione, dividendo di fatto ciò che resta della Palestina in due tronconi", e sottolineava che "la IV Convenzione di Ginevra" vieta "alla potenza occupante trasferimenti forzati della popolazione civile e demolizioni", che costituirebbero "grave violazione del diritto internazionale umanitario".