Segretario del Partito Comunista, capo dello Stato, comandante in capo dell’esercito. E ora anche “core” – centro, nucleo, “sole” - del partito. La “bulimia” da cariche del compagno Xi Jinping – da quattro anni al potere in Cina - si arricchisce di un nuovo titolo. Non un “passaporto” qualunque ma un’onorificenza che Xi condivide solo con personaggi del calibro di Mao Zedong, Deng Xiaoping e Jiang Zemin. L’assegnazione è arrivata al termine del sesto Plenum del Partito Comunista, iniziato lunedì scorso e tenutosi a porte rigorosamente chiuse. L’organismo, composto da 370 componenti, ha invitato tutti i membri del Partito «ad unirsi più vicino intorno al Comitato centrale con il compagno Xi Jinping come centro (core)». La tempista dell’ennesima investitura per Xi non è casuale. Nel 2017 ci sarà il nuovo Congresso, appuntamento al quale il presidente cinese arriva forte di una concentrazione di poteri assoluta. Grazie alla quale potrà indicare chi lo sostituirà nel 2022. O ridisegnarsi, come suggeriscono in tanti, un nuovo ruolo all’interno della “stanza dei bottoni” a Pechino.
Xi Jinping è stato nominato «centro» del Partito Comunista
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