L'annuncio del premier olandese premier Mark Rutte - Ansa
«È doloroso, ma non ho altra scelta contro questa seconda, preoccupante, ondata del coronavirus che contrapporgli un mezzo lockdown, almeno per due settimane» ha dovuto ammettere ieri sera il premier Mark Rutte durante una conferenza stampa in cui ha comunicato nuove misure restrittive ai media e ai cittadini allarmati per il nuovo record di contagi, insieme al ministro della Salute, Hugo de Jonge; approvate a fatica da un Parlamento sempre più critico, disunito e diffidente. Si tratta della chiusura dei locali pubblici: bar, caffè, ristoranti (escluso gli hotel).
Permesso solo il cibo da asporto. Un grande colpo per l’economia. Vietata anche la vendita di alcol dopo le ore 20. Vietati gli sport all’aperto; non quelli nelle palestre. Lavorare a casa e starci il più possibile, ricevendo non più di 4 persone; idem fuori casa, anche se si passeggia. Per ora ancora nessun obbligo di mascherine all’aperto, solo sui mezzi pubblici e, per la prima volta, nelle scuole: a partire da quelle medie. Tuttavia rimane il consiglio del ministero della Sanità di indossarle comunque. «La parola obbligo non appartiene alla nostra cultura liberale. Siamo persone adulte. Sapremo di sicuro arginare questa nuova ondata di contagi», aveva detto gonfiando il petto Rutte nella precedente conferenza del 29 settembre. In realtà, la realtà ha smentito le sue parole. Già dal giorno successivo erano ricominciati gli assembramenti: ovunque. Persino fra le mura domestiche. E mentre la situazione peggiorava il governo tergiversava. Le cifre attuali parlano chiaro: la settimana scorsa su 239.639 test i positivi sono stati 43.903 ( in 7 giorni), quella precedente 23.264.
nel centro di Amsterdam ricompaiono le mascherine - Ansa
I ricoverati in ospedale sono 1.144 (65 in più di quelli di domenica); in terapia intensiva sono 277. I deceduti 150 (89 in quella precedente). Record di contagi ieri: 7.393 in 24 ore (lunedì erano 6.845): una cifra elevatissima su una popolazione di 17,3 milioni di abitanti. Anche le scuole sono diventate fonte di contagio: l’ultima è stata chiusa ieri, a Bladel, dopo la scoperta di 60 positivi, fra allievi ed insegnanti. La domanda che tutti si pongono è: perché Rutte non è intervenuto in tempo, in previsione del riattivarsi del virus? «Perché non prendere esempio dall’Italia», è stato scritto da molti giornali? Qualcuno pensa che in vista delle elezioni politiche voglia preservare la sua figura di «premier liberale», tanto apprezzata in passato da un popolo di «individualisti»: «Non voglio fare il dittatore», disse una volta. E i virologi olandesi che cosa dicono? Su un punto sono tutti d’accordo: se queste misure non otterranno l’effetto sperato ed il numero dei contagiati continuerà a salire così rapidamente, alla fine di ottobre gli ospedali, che adesso hanno dovuto già annullare il 50% delle operazioni previste, si troveranno con 2.000 pazienti in più della prima ondata, cinquemila il prossimo novembre. Con un nuovo “collasso” per medici ed infermieri. Ed una nuova tragedia, da tempo annunciata.