Paul Rusesabagina a settembre del 2020 - Reuters
Il protagonista del film “Hotel Rwanda”, Paul Rusesabagina, è stato dichiarato colpevole di “terrorismo” e condannato a 25 anni di carcere, come comunicato dal tribunale di Kigali. Le accuse a suo carico sono molteplici: finanziamento del terrorismo, rapina a mano armata, rapimento, incendio doloso, tentato omicidio, aggressione e percosse. Tutto ruota attorno al suo presunto sostegno al Fln - Fronte di Liberazione Nazionale, un gruppo ribelle e contrario al governo responsabile di alcuni attacchi mortali avvenuti in Ruanda tra il 2018 e il 2019.
Paul Rusesabagina è diventato una celebrità globale dopo che il film “Hotel Rwanda” ha raccontato la sua storia: nel 1994, durante il genocidio che in 100 giorni uccise più di 800.000 persone, l’uomo riuscì a salvarne più di 1.000 nascondendole nell’hotel dove lavorava. Viene spesso ricordato come lo “Schindler d’Africa”. Dal 2004, anno di uscita del film, Rusesabagina ha utilizzato la sua popolarità per denunciare quelli che secondo lui sono gli abusi e le violazioni del governo di Paul Kagame, il comandante tutsi che con le sue truppe pose fine al genocidio del 1994 e che dal 2000 è il presidente del Rwanda.
Al momento del suo arresto, Paul Rusesabagina si trovava in esilio: ha vissuto gli ultimi anni tra Stati Uniti e Belgio. Ad agosto del 2020 è arrivato in Ruanda in circostanze oscure: era su un volo teoricamente diretto in Burundi, e che invece lo ha portato nel suo Paese di origine. Gli Stati Uniti, il Belgio e il Parlamento Europeo avevano espresso preoccupazione per le condizioni del suo arresto e per l’equità del processo. Human Right Watch aveva affermato che il suo arresto equivaleva a una sparizione forzata. "Il Fronte patriottico ruandese (RPF) al governo ha continuato a prendere di mira coloro che sono percepiti come una minaccia per il governo durante il 2020", ha affermato un rapporto dello scorso anno Hrw, "Sono continuate le detenzioni arbitrarie, i maltrattamenti e la tortura nelle strutture di detenzione ufficiali e non ufficiali". Anche per questo, i sostenitori di Rusesabagina considerano il processo una farsa e una prova del trattamento spietato che il governo di Paul Kagame riserva agli oppositori politici. Insieme a lui, sono stati accusati venti altri uomini. Secondo la famiglia di Rusesabagina, l'uomo sarebbe anche in cattive condizioni di salute.
I venti uomini condannati insieme a Paul Rusesabagina attendono la loro sentenza al tribunale di Kigali - Ansa
Durante il processo, Paul Rusesabagina ha riconosciuto la sua appartenenza al Rwanda Movement for Democratic Change, un gruppo contrario al governo, ma ha negato fermamente la responsabilità per le violenze perpetrate dal suo braccio armato, il Fronte di Liberazione Nazionale (Fln).