Israele è nella Striscia di Gaza e avanza anche se per ora non di molto: perché la sua è soprattutto una caccia ai tunnel di Hamas. Ancora diversi palestinesi uccise oggi dai tiri dei carri armati israeliani contro la Striscia di Gaza. Il numero delle vittime palestinesi è salito a 340 in 12 giorni di offensiva israeliana. I due terzi sono civili secondo le autorità palestinesi, oltre 2.500 i feriti. Israele ha ordinato intanto lo sgombero agli abitanti di due campi profughi a Gaza, al Maghazi e Nusseirat per non restare coinvolti in futuri combattimenti.
Hamas da parte sua annuncia. "I nostri uomini sono penetrati in territorio israeliano e combattono dietro le linee nemiche". Lo sostiene in una trasmissione radio il braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam. La Jihad islamica afferma di aver centrato la scorsa notte a Beit Hanun, nel nord della Striscia, un carro armato israeliano con un razzo anti-carro. Finora non c'è conferma. Il ministro della sicurezza interna israeliano Aharonovich ha confermato scontri con i miliziani di Hamas, contestando però che questi ultimi siano riusciti a infiltrarsi. Questa mattina invece "ci sono stati scontri sullabarriera di confine". La radio militare parla di "un terroristaucciso mentre cercava di infiltrarsi", e un civile israeliano èstato ucciso da un razzo sparato da Gaza nel Neghev. Ucciso anche un militare israeliano colpito dal fuoco amico. Il premier Benyamin Netanyahu ha detto ieri che l'obiettivo sono i tunnel di Hamas: ma se occorre, l'ordine impartito all'esercito - ha spiegato - "è di tenersi pronto ad una possibile estensione significativa dell'operazione". Ne ha parlato ieri con il presidente americano Barack Obama, con cui ha avuto una telefonata (segnata dal suono delle sirene di allarme su Tel Aviv), e con il quale ha rivendicato il diritto di Israele a difendersi dai razzi. "Nessun Paese può accettare che razzi siano sparati ai suoi confini", ha risposto Obama, aggiungendo tuttavia che "gli Stati Uniti e gli alleati sono preoccupati per i rischi di un'ulteriore escalation e per le perdite di vite innocenti". Anche ieri intere famiglie sono state sterminate dai tiri dei carri armati. L'ingresso nella Striscia ha provocato, secondo fonti mediche palestinesi, almeno 51 morti. Ma anche un soldato israeliano è deceduto: sulla sua morte è stata aperta un'inchiesta nella possibilità che sia stata causata da fuoco amico. A fronte della situazione il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon - prima della riunione urgente del Consiglio di sicurezza convocata sul tema venerdì sera - si è detto "allarmato" per la grave escalation delle ultime 24 ore ed ha chiesto lo "stop immediato delle ostilità". Ban ha sottolineato che "Israele deve fare molto di più per fermare l'uccisione di civili". Provocando una protesta di Netanyahu, che lo ha chiamato per contestare il paragone fatto "tra Israele e Hamas". Dal Palazzo di vetro è arrivata la notizia che il segretario generale partirà oggi per il Medio Oriente per esprimere solidarietà a israeliani e palestinesi. Lo scenario a Gaza - che Hamas ha promesso sarà "la tomba" dei soldati israeliani - è catastrofico: non solo per la notte passata in fuga dai tank dell'esercito che avanzavano, ma anche per l'impossibilità durante il giorno di trovare scampo dai combattimenti. Il numero di persone che cercano rifugio nelle strutture dell'Unrwa - ha indicato il portavoce dell'organizzazione Onu, Chris Gunness - é aumentato da 22.000 a più di 55mila. La diplomazia intanto - dopo i due rifiuti di Hamas alla mediazione egiziana - non è ancora riuscita a cogliere il filo giusto per una possibile tregua: i due potenziali mediatori del conflitto, Egitto e Turchia (dove oggi è arrivato Abu Mazen), si accusano e insultano a vicenda.