La libertà religiosa continua a essere ampiamente violata nel mondo. E le vittime principali sono i cristiani. A denunciarlo, in modo chiaro e forte, è l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel corso del suo intervento di fronte al Terzo Comitato della 64ª sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, in corso nel Palazzo di Vetro a New York, sul tema "Promozione e protezione dei diritti umani". Brani del testo pronunciato dal presule lunedì, sono stati significativamente rilanciati dal notiziario della Radio Vaticana di ieri.Per il diplomatico vaticano, «a dispetto di quanto ripetutamente proclamato dalla comunità internazionale e specificato negli strumenti legislativi internazionali, così come nella Costituzione di molti Stati», il diritto alla libertà religiosa «continua oggi ad essere ampiamente violato». «Sfortunatamente – aggiunge Migliore –, non c’è religione sul Pianeta che sia libera da discriminazione. Atti d’intolleranza e violazioni della libertà religiosa religiosa continuano a essere perpetrati in molte forme. Infatti sono innumerevoli i casi portati all’attenzione delle Corti e degli organismi internazionali che si occupano di diritti umani». «Con l’incremento della intolleranza religiosa nel mondo – specifica l’arcivescovo – è ben documentato che i cristiani sono il gruppo religioso maggiormente colpito, tanto che sarebbero più di 200 milioni le persone, di diverse confessioni cristiane, che sono in situazioni di difficoltà a causa di strutture legali e culturali che portano alla loro discriminazione».Migliore ha ricordato i ripetuti attacchi registrati nei mesi scorsi in alcuni Paesi asiatici e del Medio Oriente contro le comunità cristiane: «Molti sono rimasti feriti, altri uccisi. Le loro chiese e case sono state anche bruciate». Si tratta, ha spiegato il presule, di azioni commesse da estremisti «in risposta ad accuse contro individui ritenuti – secondo le leggi anti-blasfemia – in qualche modo irrispettosi del credo altrui». «In questo contesto – ha incalzato il rappresentante pontificio – la Santa Sede accoglie con favore e sostiene la promessa del governo del Pakistan di rivedere ed emendare tali leggi». Leggi, ha spiegato Migliore, che «troppo facilmente danno opportunità agli estremisti di perseguitare chi liberamente sceglie di seguire il sistema di credenze di una diversa tradizione di fede». Leggi che sono state usate per favorire «ingiustizia, violenza settaria e violenza tra religioni». «I governi – ha chiesto l’osservatore vaticano - devono affrontare le cause che sono alla radice della intolleranza religiosa e abrogare queste leggi che servono come strumenti di abuso». A questo proposito Migliore ha ricordato come «una legge che restringe la libertà di espressione non può cambiare le attitudini». Così «gli Stati dovrebbero astenersi dall’adottare restrizioni alla libertà d’espressione che hanno spesso condotto ad abusi da parte delle autorità e a tacitare le voci dissidenti, specie quelle di individui appartenenti a minoranze etniche e religiose». Al contrario, «l’autentica libertà d’espressione può contribuire ad un più grande rispetto per tutti i popoli, così anche dare l’opportunità di denunciare violazioni come intolleranza religiosa o razzismo e promuovere eguale dignità di tutte le persone». «Per questa ragione è imperativo – ha concluso il presule – che i popoli di varie fedi religiose lavorino insieme per crescere nella mutua comprensione». E, qui ci vuole «un autentico cambiamento delle menti e dei cuori», che può essere fatto al meglio «attraverso l’educazione, a cominciare con i bambini e i giovani, sull’importanza della tolleranza e del rispetto per le diversità culturali e religiose».Per una felice coincidenza, proprio quando d’Oltreoceano arrivava la chiara denuncia da parte di uno dei più qualificati diplomatici della Santa Sede, nel Vecchio Continente è arrivata la notizia che a novembre i ministri degli Esteri dell’Ue, su richiesta italiana, approveranno un testo sulla libertà religiosa in generale e sulla protezione dei cristiani nel mondo in particolare. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini, al termine del Consiglio Affari generali e relazioni esterne a Lussemburgo.