venerdì 28 giugno 2024
I processi pendenti per il tycoon, le convention, l'ipotesi di un ritiro
I due protagonisti del duello tv: Biden e Trump

I due protagonisti del duello tv: Biden e Trump - Reuters

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Il futuro del presidente è in mano alla Corte Suprema che in parte ha nominato lui ed è a maggioranza di nomina conservatrice. Ieri un primo pronunciamento può aver dato la chiave di interpretazione della sentenza più importante che è attesa lunedì.

I processi

Il Dipartimento di Giustizia Usa ha esagerato le sue accuse relative all'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il presidente della Corte Suprema John G. Roberts Jr., ha interpretato la legge sull'ostruzione in modo restrittivo, affermando che questa si applica solo quando le azioni dell'imputato compromettono l'integrità delle prove fisiche.​Il principale effetto pratico della decisione della Corte dicono gli avvocati che si occupano di questi casi secondo il New York Times, è che il Dipartimento di Giustizia dovrà riesaminare il caso di più di 100 persone che sono già state condannate secondo l'interpretazione restrittiva e ormai non valida della legge sull'ostruzione.
"I tribunali di grado inferiore ora applicheranno questo rigido standard e presumibilmente ciò' li porterà ad archiviare le accuse contro molti imputati", scrive ancora il New York Times. L'imputato più importante accusato di ostruzione è l'ex presidente Donald J. Trump nell'ambito del caso federale che lo accusava di complotto per sovvertire le elezioni del 2020. Trump che lunedì è atteso dal processo sull'immunità, sempre davanti al massimo organo giudiziaario americano. Il presidente Roberts ha annunciato che le ultime quattro decisioni restanti saranno rese note lunedì, compresa quella sull'immunità presidenziale di Donald Trump nei processi pendenti. Un ombrello che potrebbe proteggerlo da qualsiasi procedimento attuale in corso. Un ipotesi che molti esperti tendono però ad escludere, perché troppo "estrema e di parte". ma dopo la prima sentenza, un altro appuntamento chiave è fissato per l'11 luglio, quando il giudice di New York Juan Merchan annuncerà la pena contro Trump per i soldi versato alla pornostar Stormy Daniels perché tacesse sulla relazione con il miliardario, silenzio pagato con i fondi elettorali. L'ipotesi del carcere sembra improbabile e una delle possibilità è quella che vengano concessi i domiciliari all'ex presidente, impedendogli di fatto di partecipare alla convention repubblicana dal 15 al 18 luglio.

Gli altri dibattiti

A Milwaukee Trump è atteso annunciare il suo vicepresidente, anche se non è escluso che possa farlo prima, forse già con un colpo di scena al dibattito. La vicepresidente Kamal Harris e il numero due di Trump si affronteranno in un dibattito: Harris ha infatti accettato l'invito da Cbs News per un duello. Le due ipotetiche date identificate sono il 23 luglio (dopo la convention repubblicana) e il 13 agosto (prima di quella democratica). Il 10 settembre invece l'ultimo faccia a faccia televisivo tra i candidati prwsideniali

L'inedita ipotesi di ritiro

I democratici, spaventati dall'esito del duello tv con Trump, potrebbero essere pronti a mettere da parte il presidente. Ma hanno bisogno che sia lui a compiere il primo passo. Il presidente ha infatti ottenuto nelle primarie abbastanza delegati (il 95% dei quasi 4.000 in palio) per conquistare la nomination e solo un suo eventuale passo indietro consentirebbe al partito di nominare un nuovo candidato alla convention di Chicago in agosto con un meccanismo complesso e non considerato per decenni.
Nel caso in cui Biden si ritirasse, tutti i suoi delegati - che si sono impegnati a votarlo ma che non sono vincolati a farlo - sarebbero liberi di scegliere chi votare. La campagna del presidente però ha avuto un ruolo nello sceglierli ed è quindi probabile che potrebbero seguire l'eventuale indicazione di Biden su un candidato a lui alternativo. Se il presidente e il partito non decidessero su chi puntare, è probabile una corsa aperta fra diversi candidati, chiamati a convincere i delegati a votarli. Anche Kamala Harris se venisse indicata da Biden dovrebbe convincere i delegati a sostenerla: i voti del presidente infatti non le spetterebbero automaticamente. Se Harris arrivasse alla nomination, la vicepresidente dovrebbe scegliere il suo vice, aprendo una battaglia fra le stelle del partito.
Nella scelta del nuovo candidato potrebbero avere un ruolo importante anche i superdelegati, i funzionari eletti e i leader di partito che possono votare chi vogliono e ai quali i democratici hanno strappato gran parte dei loro poteri dopo la controverse primarie del 2016. Questi sarebbero liberi di votare se nessun candidato ottenesse la maggioranza dei delegati al primo scrutinio: in una convention 'open and brokered' i 700 superdelegati potrebbero così giocare un ruolo decisivo, così come i desiderati da Biden. La convention è brokered quando nessuno ha i delegati per conquistare la nomination e diventa aperta quando dopo il primo scrutinio nessuno ha la maggioranza dei voti dei delegati.

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