Alexeij Navalny - ANSA
Alexeij Navalny fa così paura anche da morto, che nessuno vuole fargli il funerale. La notizia arriva direttamente da Kira Yarmis, portavoce storica del dissidente, morto lo scorso 16 febbraio, ufficialmente per cause naturali, ma in realtà per motivi ancora tutti da chiarire.
«Da ieri cerchiamo una stanza dove poter dire addio ad Alexeij – ha scritto Yarmis su X -. Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri. Da qualche parte dicono che la stanza è occupata. Da qualche parte si rifiutano di menzionare il nome “Navalny”. In un posto ci è stato detto direttamente che alle agenzie funebri era vietato lavorare con noi. Dopo una giornata trascorsa a cercare un posto dove salutarlo, non abbiamo trovato uno spazio». Yarmis ha anche chiesto sui social di contattare il team del dissidente, nel caso qualcuno avesse una soluzione al problema.
Sembra davvero non volere finire mai l’agonia per la famiglia del dissidente. Prima la morte improvvisa nella colonia penale di massima sicurezza oltre il Circolo polare artico. Poi il tira e molla con le autorità russe per la riconsegna del corpo del dissidente, con la denuncia della madre, Lyudmila Navalnaya, che i dirigenti della colonia penale avrebbero ridato indietro il corpo solo dietro l’assicurazione di un funerale segreto.
Alle elezioni presidenziali del prossimo 17 marzo mancano pochi giorni. Esequie pubbliche del dissidente potrebbero trasformarsi in una manifestazione di massa e la sua tomba in un mausoleo alla dissidenza.
Sabato scorso, la situazione sembrava essersi sbloccata, con il corpo riconsegnato alla madre, per di più nel nono giorno, quando, per la tradizione ortodossa si commemora e di prega per l’anima del defunto. Ieri, il team del dissidente aveva annunciato funerali «entro la settimana lavorativa».
Intanto, il Cremlino si prepara di nuovo a stringere la morsa. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha definito «provocatori» gli appelli dei sostenitori di Alexeij Navalny ad azioni di protesta sostenendo che si tratta di «inviti a violare le leggi» e ha minacciato «conseguenze legali» per ‘«oloro che in qualche modo reagiscono a queste chiamate».
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