lunedì 1 luglio 2024
Rassemblement National al 33%, il partito del presidente si ferma al 20. La strategia di quest'ultimo per sbarrare la strada agli avversari: il ritiro dei candidati più deboli ai ballottaggi
Marine Le Pen

Marine Le Pen - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

In Francia, per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, l’ultradestra lepenista pare ormai davvero a un passo dal potere: uno scenario considerato per decenni impensabile. È il responso fondamentale del primo turno di ieri delle Legislative anticipate, convocate a sorpresa solo 3 settimane fa dal presidente Emmanuel Macron, ovvero il grande sconfitto del nuovo scrutinio. Con i loro alleati, gli ultranazionalisti del Rassemblement National (Rn) hanno ottenuto circa il 33% di suffragi, contro il 28% per la coalizione di sinistra Nouveau front populaire (socialisti, comunisti, gauche radicale mélenchonista, Verdi). Ai macroniani, arrivati terzi, il 20%.

I lepenisti ed alleati sono riusciti ad aggiudicarsi fin dal primo turno ben 40 seggi su 577, contro i 32 andati alla coalizione di sinistra. Solo 4 quelli conquistati subito dai macroniani. Al termine della campagna elettorale lampo, il partito xenofobo di Marine Le Pen e del candidato premier 28enne Jordan Bardella ha sfondato in un’ampia porzione della “Francia profonda” periferica e rurale. Tanto da avvicinarsi ormai, nelle proiezioni di alcuni istituti demoscopici, all’obiettivo della maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea Nazionale. Dopo i ballottaggi di domenica prossima, per l’istituto Ipsos, Rn e i suoi alleati potrebbero conquistare fra 230 e 280 seggi.

In caduta rovinosa, invece, la coalizione atipicamente centrista Ensemble pour la République di Macron, data in prospettiva a un livello molto basso: fra 70 e 100 deputati, secondo Ipsos. Alla sinistra, sostiene l’istituto, potrebbero andare fra 125 e 165 seggi.

Grande soddisfazione, senza toni trionfalistici, è stata espressa da Bardella e da Le Pen, quest’ultima fra gli eletti al primo turno, nell’estremo Nord “svuotato” delle vecchie industrie e divenuto uno dei più saldi bastioni ultranazionalisti. Nondimeno, un trionfo Rn ai battottaggi non è automatico, per via delle strategie combinate degli altri partiti, fra i quali è scattato un riflesso antilepenista, anche se in ordine sparso. Diversi leader, a cominciare dal premier macroniano Gabriel Attal, martellano ora lo slogan “tutto salvo l’estrema destra”. Questo si tradurrà in concertazioni, nelle varie circoscrizioni, per «sbarrare la strada» a Rn: tanto la gauche, quanto i macroniani, dovrebbero ritirare dai ballottaggi non pochi dei loro candidati rimasti in ritardo, in modo da facilitare il compito di candidati di altro colore meglio piazzati per battere i lepenisti. Una strategia che, secondo gli esperti, potrebbe in effetti allontanare Rn da quella maggioranza assoluta chiesta nuovamente a gran voce, nella serata elettorale, da Bardella e Le Pen. Gli schieramenti avranno tempo fino a domani sera per ufficializzare le proprie mosse nelle circoscrizioni ancora in ballo.

Al 66,7%, la partecipazione è stata molto più alta che nelle elezioni precedenti, a riprova dell’alta posta in gioco percepita dagli elettori. In molte circoscrizioni, la battaglia verso i ballottaggi è già cominciata, con toni aspri. Sarà probabilmente senza esclusione di colpi. I temi più importanti per gli elettori, nell’ordine dato dai rilevamenti, sono potere d’acquisto, immigrazione, salute e sicurezza.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: