(Ansa)
Un clima politico nazionale ancora dominato dagli omaggi dopo la scomparsa dell’ex presidente neogollista Jacques Chirac, la camera bassa del Parlamento francese, l’Assemblea Nazionale, ha approvato ieri in prima lettura il primo articolo della complessa e controversa bozza di revisione della normativa bioetica nazionale. Un articolo che l’esecutivo del presidente Emmanuel Macron giudica «emblematico»: l’estensione alle donne single e alle coppie lesbiche della fecondazione assistita, ovvero la «provetta per tutte».
Hanno preso parte al voto solo il 13% dei deputati (75 su 577), con un totale di 55 favorevoli, a fronte di 17 contrari e 3 astenuti. Una rappresentatività molto bassa variamente interpretata. Nel quadro di un iter parlamentare ancora lungo che potrebbe durare fino alla prossima estate, le prime giornate di dibattito sono state forse impiegate da non pochi deputati, presenti o no in aula, per studiare i rapporti di forza e gli argomenti reciproci.
A nutrire i dubbi e un apparente attendismo sono vari fattori, comprese le critiche anti-bozza di numerose voci della società civile, dall’autorevole Accademia di Medicina fino ad intellettuali come la filosofa Sylviane Agacinski, passando per numerose associazioni di difesa dell’infanzia, accanto all’opposizione espressa dalla Conferenza episcopale francese.
Al contempo, i partiti hanno prevalentemente ribadito in materia il diritto alla «libertà di coscienza»: una libertà probabilmente non sempre semplice da esercitare, su temi di tale spessore, in un emiciclo composto in gran parte da giovani deputati macroniani, atipicamente ’centristi’, alla prima esperienza.
Fin dalle prime giornate, sono usciti allo scoperto alcuni ’franchi tiratori’ contrari all’orientamento dei propri partiti.
Ma molti parlamentari valuteranno di certo pure l’ampiezza delle manifestazioni di piazza organizzate il 6 ottobre contro la riforma. Manifestazioni che potrebbero influire soprattutto sul successivo confronto al Senato, dove i Repubblicani neogollisti, teoricamente contro la bozza, sono di gran lunga il primo gruppo, con 145 seggi su 348.
Nella Camera alta, Macron potrà invece contare solo su 23 senatori, dovendo dunque ricorrere al sostegno di socialisti (72), centristi Udi (50), radicali (23) e comunisti (16).