Sostenitori di Rassemblement National esultano durante il disocros di Marine Le Pen subito dopo il voto - Ansa
La «scommessa persa» dall’Eliseo
Il «coup de théâtre» dello scioglimento anticipato dell’Assemblea nazionale, annunciato il 9 giugno a urne europee non ancora chiuse, voleva essere la sfida chiarificatrice con Rn schizzato al 31,5%, mentre Renaissance era rimasta al palo con solo il 14,5%. «Stanno cadendo le maschere. È una prova di verità», aveva detto baldanzoso Emmanuel Macron aprendo, pochi giorni dopo, la campagna elettorale in cui chiedeva di formare una «federazione di progetti» con chi non si riconosce nella «febbre estremista». Per questo la conferma, addirittura rafforzata, domenica sera con il 33,14% di Rassemblement National rappresenta, come scrive "Le Monde", una «sconfitta feroce» per il campo presidenziale, e addirittura un «fallimento totale» per Emmanuel Macron.
Una nazione nel caos
Il ballottaggio di domenica sembra già una “corrida”: la partita si gioca in centinaia di possibili “triangolari” – potrebbero essere 306 secondo «Le Figaro». Un meccanismo esaltato dall’alta affluenza che ha permesso a numerosi candidati di superare la soglia del 12,5% degli elettori accedendo al secondo turno. Se Rn cerca voti fra i repubblicani attratti dallo “strappo” di Ciotti, la costruzione di uno sbarramento repubblicano è più complessa: «Ritireremo le candidature» in caso di “triangolare” ha annunciato domenica sera Mélenchon, leader de La France Insoumise. «Alleanze caso per caso» ha confermato Macron. Già più di 160 i candidati ritirati in funzione Rn, ma in politica l’aritmetica non funziona quasi mai.
Il «verdetto» sul premier in coabitazione
Drammatica battaglia fino all’ultimo voto e appelli alla mobilitazione fino a domenica con la possibilità che, invece del sperato rafforzamento del governo del 35enne premier Gabriel Attal – subentrato solo a gennaio a Èlisabeth Borne – il presidente Macron debba vivere all’Eliseo fino al maggio 2027 con un premier sostenuto da una maggioranza opposta. La vittoria di domenica, infatti, ha fatto alzare la mira a Rn. Prima del voto, il premier “in pectore” Jordan Bardella, si era candidato a succedere ad Attal solo in caso di maggioranza assoluta. Ora Rn non esclude il premierato anche con la maggioranza relativa: sarò un «premier di coabitazione, rispettoso del presidente ma intransigente», ha dichiarato Bardella.
Perché l’affluenza ha «deciso»
Ha votato, domenica in tutta la Francia, il 66,7% degli elettori, una percentuale ben al di sopra del 47,51% delle elezioni politiche del 2022. Un dato confermato sin dai primi rilevamenti alle 12: l'alta affluenza testimonia una volontà di «chiarire la situazione politica» aveva affermato a urne aperte lo stesso Macron. Era da 27 anni che i francesi non andavano in così tanti ai seggi: solo nel 1997 l’affluenza era stata più alta, con il 67,9%. Domenica prossima, con una situazione così polarizzata, si può ipotizzare un nuovo record di affluenza. Significativo l’appello del socialista Glucksmann, artefice della creazione del Nuovo Fronte popolare. «Non è solo una elezione legislativa: è un referendum» ha affermato invitando a fermate Fn.