venerdì 31 maggio 2024
La "storica sentenza" in realtà non impedisce all'ex presidente di correre per la Casa Bianca. E non rischia la carcerazione. Ora è certo l'appello della difesa
L'ex presidente Donald Trump con il suo legale Todd Blanche

L'ex presidente Donald Trump con il suo legale Todd Blanche - ANSA

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E ora? Dopo la storica sentenza di condanna per Donald Trump – “la storia si è consumata” ha scritto enfaticamente l’Ap –, la prima per un ex presidente riconosciuto colpevole di ben 34 capi di imputazione, cosa accadrà? La sentenza rappresenta una pietra tombale sulla corsa alla Casa Bianca per il tycoon? In realtà, no. E anzi, paradossalmente, la batosta giudiziaria potrebbe “spingere” in alto Trump, pronto a giocarsi la carta di "vittima" di un intreccio politico-giudiziario.
Sono un "prigioniero politico", ha dichiarato subito dopo la sentenza Trump, che oggi alle 11 (alle 17 in Italia) parlerà a New York. "Sono stato appena condannato in un processo politico truccato da caccia alle streghe: non ho fatto niente di sbagliato! Hanno fatto irruzione in casa mia, mi hanno arrestato, mi hanno fatto la foto segnaletica, e ora mi hanno appena condannato", ha detto non a caso. Poche ore dopo la sentenza di colpevolezza il sito utilizzato dalla sua campagna per le donazioni, 'Winred', è andato in tilt. Per l'eccesso di traffico. "I nostri sono al lavoro per riparare il questo" si legge sul sito che, evidentemente, è stato inondato dalle donazioni dei sostenitori del tycoon galvanizzati dalla sua richiesta di "continuare a lottare".

Richard L. Hasen, professore di diritto dell’Università della California a Los Angeles – uno dei massimi esperti di diritto elettorale del paese – nulla nella Costituzione degli Stati Uniti impedisce a un “criminale condannato di candidarsi per la carica più alta della nazione”. “Legalmente, non cambia nulla con lo status di Trump come candidato”, ha scritto Hasen, come riportato dalla Cnn. Dunque come ribadisce la Reuters, “in teoria, Trump potrebbe giurare”.

Sostenitori di Trump in un bar a Chicago

Sostenitori di Trump in un bar a Chicago - ANSA

E per quanto riguarda il fronte giudiziario? Il giudice che presiede il caso, Juan Merchan, deve prima approvare il verdetto ed emettere una sentenza definitiva, anche se questa è tipicamente una formalità. Gli imputati penali a New York vengono generalmente condannati entro diverse settimane dalla condanna, ma le controversie legali post-sentenza possono talvolta portare a mesi di ritardi. "Il team degli avvocati di Trump ha già annunciato che ricorreranno in appello appena possibile", come ha precisato Todd Blanche.

Trump andrà in prigione? Improbabile, sentenzia la Reuters. La pena massima per il reato di falsificazione di documenti aziendali commessa da Trump va da uno a quattro anni di prigione. È raro che persone senza precedenti penali condannate solo per falsificazione di documenti aziendali vengano condannate al carcere a New York.
Il giudice Juan Merchan ha fissato la sentenza per Trump alle 10 dell'11 luglio. Merchan potrebbe condannare Trump alla libertà vigilata o fino a 4 anni per ogni imputazione in una prigione statale, con un massimo di 20 anni. Per ora l’ex presidente resterà fuori dal carcere in attesa della sentenza. I pubblici ministeri non hanno chiesto a Trump di depositare alcuna cauzione.

Manifestazione contro il tycoon a New York

Manifestazione contro il tycoon a New York - ANSA

Trump era accusato di 34 capi di imputazione per aver falsificato altrettanti documenti contabili della sua holding per occultare i 130 mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels perché non rivelasse durante la sua precedente campagna elettorale del 2016 la notte di sesso che aveva avuto con lui dieci anni prima. Soldi pagati dal suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen - reo confesso già condannato per vari reati, diventato testimone chiave dell'accusa - e poi rimborsati come spese legali fittizie, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l'integrità del voto. Questo caso riguarda "un complotto e un insabbiamento", il primo "per corrompere le elezioni del 2016", il secondo "per nascondere il complotto e mascherarlo falsificando i documenti aziendali", aveva accusato il pm nella sua requisitoria. "I documenti non sono falsi, Trump è innocente, non aveva alcuna intenzione di truffare", aveva sostenuto la difesa, dopo aver cercato di minare la credibilità sia di Cohen che di Stormy Daniels, dipinti come due "mentitori" mossi dalla sete di denaro, fama e vendetta.
Sul verdetto è arrivato anche il commento del presidente Usa, Joe Biden: «C'è una sola strada per tenere Trump fuori dallo studio ovale: sono le urne». E la campagna del presidente ha aggiunto: «Il verdetto di colpevolezza contro Donald Trump dimostra che nessuno è al di sopra della legge».
Di parere opposto lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson: «Oggi è un giorno vergognoso nella storia americana. I democratici esultano per la condanna del leader del partito avversario con accuse ridicole, basate sulla testimonianza di un criminale radiato dall'albo e condannato», ha scritto su X.

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