Un gruppo di richiedenti asilo vietnamiti vengono trasportati nell'isola di Natale
Ferite da manette non curate per ore anche su minorenni, trasferimenti all’alba di bambini, una diciannovenne costretta a vestirsi davanti a guardie maschi, e una mamma separata dalla sua neonata per trentadue ore, alla quale era stata negata la possibilità di chiamare un avvocato.
Sono alcune delle violazioni dei diritti umani nei centri di detenzioni per migranti australiani, contenute in un nuovo rapporto della commissione australiana per i diritti umani, che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta pubblica e raccomandato che chi ha subito violenze venga compensato.
Lo riferisce il quotidiano britannico “Guardian” secondo il quale la “Australian Human Rights Commission” avrebbe investigato quattordici diverse denunce e scoperto che, in nove diversi casi, è stata violata la legislazione sui diritti umani.
Gli autori del rapporto hanno anche segnalato che manette e altri vincoli sono stati usati su persone che soffrivano di malattie mentali o erano in sedie a rotelle.
"In alcune occasioni l’uso della forza su detenuti nei centri d’immigrazione può essere giustificata o, in alcuni casi, anche necessaria”, ha dichiarato Rosalind Croucher, presidente della Commissione australiana sui diritti umani, “Tuttavia persone private della loro libertà hanno il diritto di essere trattate con umanità e con rispetto perché portatrici di dignità”. Diverse delle segnalazioni della commissione riguardavano un’operazione con la quale diciannove famiglie sono state spostate dal centro di detenzione “Wickham Point”, vicino alla città di Darwin, a Melbourne nell’aprile 2015, il giorno dopo una protesta dei detenuti.