Via a Glasgow alla Cop26 - Ansa
"Il pianeta cambia di fronte ai nostri occhi. Dalla profondità degli oceani alle vette dei monti, comunità ed ecosistemi vengono devastati giorno dopo giorno". Il summit dell'Onu sul cambiamento climatico di Glasgow (Cop26) si apre con l'ennesimo grido d'allarme del Segretario generale, Antonio Guterres.
Stavolta, ad allertare i leader internazionali che oggi e domani si ritroveranno allo Scottish event campus è il rapporto preliminare dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) sull'incremento esponenziale degli "eventi estremi". Colpa dell'aumento della temperatura. L'eccessiva concentrazione della CO2 nell'atmosfera ha fatto degli ultimi sette, gli anni più caldi di sempre. Per lo scioglimento dei ghiacciai, il livello degli oceani si è innalzato di 4,4 millimetri l'anno dal 2013. Nello stesso periodo, la loro l'acidificazione ha segnato un nuovo picco. Dall'inedita pioggia sui ghiacci della Groenlandia alle inondazioni in Cina ed Europa alla siccità record in America Latina, "gli eventi meteorologici estremi sono ormai la norma", ha affermato Patteri Taalas, segretario generale della Wmo.
Il peso maggiore di questi choc climatici, ancora una volta, ricade sui più poveri. Soprattutto su quanti devono già affrontare crisi politiche ed economiche, come l'oltre mezzo milione di donne, uomini, bambini, in emergenza alimentare in Etiopia, Yemen, Siria e Madagascar, per l'effetto combinato del riscaldamento globale e i conflitti. Il rapporto del Wmo conferma il "codice rosso" lanciato dall'International panel on climate change lo scorso 9 agosto. Le inconfutabili prove scientifiche si scontrano, però, con le resistenze dei Grandi, come si è visto nelle conclusioni del G20. La Cop26 riuscirà a convincerli? Le premesse non sono tra le più rosee. Nelle ultime settimane, dagli Usa alla Gran Bretagna, anche i leader finora "ottimisti" hanno messo le mani avanti. La partita, certo, è ancora aperta. Ma, a giudicare dalla vigilia, gli atleti si presentano in campo con ben poco slancio.