ANSA
La Cina e gli Stati Uniti hanno ratificato l'accordo mondiale sul clima
raggiunto il 12 dicembre a Parigi sul clima. In tal modo i due Paesi più inquinanti del
mondo uniranno le forze contro il surriscaldamento del pianeta a cui
contribuiscono sensibilmente.
Gli obiettivi dell'accordo sono ambiziosi e richiederanno uno
sforzo colossale del gigante asiatico, che deriva il 70% della
elettricità dal carbone.
"A Parigi è stato il
momento in cui abbiamo deciso di salvare il Paese": con queste
parole il presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato la
ratifica da parte statunitense dell'accordo sulla riduzione
delle emissioni inquinanti, che era stato siglato a Parigi nel
dicempre scorso, a conclusione della cosiddetta COP21. "Alla
fine (l'accordo) segnerà il punto di svolta per il nostro
pianeta".
Stamane anche il Parlamento cinese aveva ratificato
l'accordo raggiunto al vertice sul clima dell'anno scorso.
Poche ore dopo a Hengzhou, in Cina orientale, che domani e dopo
ospiterà il vertice del G20, Obama e il suo omologo cinese, Xi
Jinping, hanno ratificato insieme l'Accordo di Parigi contro il
cambiamento climatico alla presenza del segretario generale
dell'Onu, Ban Ki-moon. "Se Paesi come Cina e e Usa sono pronti
a prendere la leadership attraverso l'esempio è possibile
creare un mondo migliore", ha aggiunto Obama. Il presidente Barack Obama è arrivato oggi a Hengzhou per il summit del G20 per il suo undicesimo e con tutta probailità ultimo
viaggio in Asia del suo mandato.
L'accordo di Parigi è stato formalmente firmato, a conclusione
della COP21, da 180 Paesi, ma ogni Paese poi doveva, in base alla
propria legislatura, ratificare il testo (mediante voto parlamentare,
decreto, eccetera...). Al momento, perchè il trattato entri in
vigore, l'accordo deve essere ancora ratificato da almeno 55 Paesi
che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas a effetto
serra. Finora, secondo il sito web delle Nazioni Unite, solo 24 Paesi
hanno concluso il processo, ma sono per lo più piccoli Stati
insulari molto a rischio per la crescita del livello delle acque
oceaniche d che rappresentano solo l'1,08% delle emissioni.
Secondo le ong e fonti diplomatiche, gli Usa - secondo produttore
di CO2 - deve rapidamente emulare la Cina. Con questo duplice annuncio, una gran parte del percorso sarà fatto: le due principali economie del mondo sono responsabili, insieme, del 40% delle emissioni globali.