Il caso è avvenuto nel 2019 nell'Ile de Ré. - Ansa
E' quello che i legali chiamano caso pilota, che potrebbe poi portare a una causa collettiva basata sul precedente giurisprudenziale. Succede in Francia dove lo Stato, finito alla sbarra, è stato condannato a versare 10.000 euro di indennizzo a un uomo che lo aveva denunciato perché gli era stato impedito di dire addio al padre, morto di cancro durante il primo lockdown per il Covid-19.
A Patrice Dupas fu impedito di visitare il genitore morente nell'aprile 2019, oggi ha avuto partita vinta in tribunale, come riferisce Le Parisien: lo Stato deve versare al danneggiato, coltivatore di un vigneto nella Loira (centro della Francia) la somma stabilita per non avergli impedito di salutare per sempre il padre Claude, morto a 82 anni il 4 aprile 2020, al quale era stato diagnosticato due settimane un cancro all'uretra con metastasi alle ossa e al fegato.
Visto il peggiorare rapido delle sue condizioni, il figlio, cinquantenne, è partito per andarlo a visitare, a 300 chilometri di distanza, sull'Ile de Ré. In quei giorni, però, le regole strettissime impedivano la circolazione. La gendarmeria gli garantì che il suo caso era un "motivo familiare gravissimo" ma al suo arrivo all'Ile de Ré gli agenti non lo lasciarono passare, nonostante l'intervento del medico del padre e della compagna del paziente, oltre alla dimostrazione dell'accordo verbale dei gendarmi alla partenza.
Patrice Dupas dovette anche pagare una multa di 135 euro per violazione del lockdown senza riuscire a vedere per un'ultima volta il padre, che morì 5 giorni dopo. "Le ultime parole che mi disse al telefono - ricorda con Le Parisien, che ha seguito la sua vicenda dall'inizio - furono 'non ti preoccupare, ci rivedremo'. Non potrò mai dimenticarle".
"Mi hanno rubato mio padre, non fu colpa mia - dice oggi - con questa sentenza il mio senso di colpa svanisce. Non fui io il responsabile".