martedì 18 giugno 2024
Gli Usa alzano ancora la voce dopo lo scontro tra una nave cinese e una filippina alle Isole Spratly, rivendicate da Pechino. Si rischia veramente lo scontro armato: «Manovre aggressive»
Una motovedetta della Guardia costiera cinese abborda una nave da pesca filippinina

Una motovedetta della Guardia costiera cinese abborda una nave da pesca filippinina - Ansa

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Sotto traccia potrebbe aprirsi una nuova guerra per "proxy", due contendenti formali e un terzo Paese pronto a supportare una delle parti. Come avviene già in Ucraina con ilo scontro diretto tra Mosca e Kiev con Washington che guida la cordata dei paesi vicino all'Ucraina e ostili a Putin. Gli Usa hanno criticato la Cina per la collisione avvenuta ieri fra una nave cinese e una nave da rifornimento filippina vicino a Second Thomas Shoal nelle contese Isole Spratly. L'incidente è stato reso noto da Pechino e Manila, che si sono incolpate a vicenda. La Cina rivendica la propria "sovranità indiscutibile" su quasi tutto il Mar Cinese Meridionale e sulla maggior parte delle isole e dei banchi di sabbia al suo interno, comprese molte zone che si trovano a centinaia di miglia dalla Cina continentale. Diversi Paesi, fra i quali le Filippine, fanno identiche rivendicazioni.

In un post su X, l'ambasciatore di Washington a Manila MaryKay Carlson ha affermato che gli Stati Uniti hanno condannato le "manovre aggressive e pericolose" della Cina, che "hanno causato lesioni personali" e "danneggiato navi filippine". Tuttavia, né le Filippine né la Cina hanno dichiarato che la collisione - a poche settimane dall'avvertimento del presidente filippino Ferdinand Marcos Jr., secondo cui la morte di qualsiasi cittadino filippino per mano di un altro Paese nel Mar Cinese Meridionale sarebbe "molto grave" e "vicino" ad un atto di guerra - ha procurato feriti o danni.

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