Tutto pronto a Pechino per l'Assemblea del popolo che "incoronerà" Xi Jinping (Ansa)
L'Assemblea del Popolo? Dei ricchi, piuttosto. Perché tra gli scranni del Parlamento cinese che aprirà i suoi lavori lunedì a Pechino - Parlamento chiamato a ratificare alcuni passaggi fondamentali, non ultimo lo scardinamento della Costituzione che consentirà al presidente Xi Jinping di "regnare" a vita - siederanno ben 150 paperoni. Sui loro conti sono depositati 650 miliardi di dollari, praticamente il doppio del Pil dell'Irlanda. Ma chi sono i super-ricchi cinesi? A quale profilo rispondono? Secondo il Japan Times, tra le loro fila ci sono magnati di Internet, "baroni" immobiliari, capitani d'industria. Il più ricco di tutti? Risponde al nome di Pony Ma, a capo di Tencent, un gigante del Web: vanta un patrimonio di 47 miliardi di dollari. Una presenza massiccia, dunque. Che può contare su una leva potente: quella del denaro. Tra le "decisioni" che aspettano i 5.130 delegati, al lavoro per due settimane, una svetta per importanza. La ratifica dell'emendamento della Costituzione che rimuoverà i limiti del doppio mandato per il presidente Xi. E' quello che l'analista Carl Minzner, professore alla Fordham University di New York, ha definito l'ultimo passo «della continua rottura delle norme politiche che hanno dominato l'era del riformismo cinese». Una mossa che scardina l'architettura istituzionale cinese. E manda in frantumi quel sistema di potere "collegiale" e a "termine" che, faticosamente, il Dragone aveva messo in piedi per evitare che si ripetessero gli eccessi legati al culto della personalità su cui Mao aveva edificato il suo potere. E per sterilizzare le lotte fratricide tra fazioni: nessuna doveva prevalere – definitivamente– sulle altre. Per il sinologo Willy Lam «Xi è destinato a diventare imperatore a vita»
Ma non solo. Altro passaggio: l'emendamento che include l'inserimento della teoria politica di Xi e la "costituzionalizzazione" della National supervision commission, l'organismo che dovrà fortificare la politica anti corruzione voluta da Xi, la più potente arma per disciplinare la vita del Partito in mano al presidente.
E ancora. Il Congresso dovrà ratificare un rimpasto della squadra di governo, vice presidenza compresa. Scontata l'elezione di un fedelissimo di Xi. Infine, il bilancio della difesa, altro passaggio delicato, che viene ufficializzato durante i lavori. L'anno scorso l'incremento della spesa militare fu del 7 per cento, per il secondo anno consecutivo inferiore al 10 per cento, soglia raggiunta invece per un decennio. Come andrà invece lunedì? Difficile prevederlo. Ma la corsa al riarmo che vede in prima fila Russia e Usa non lascia presagire nulla di buono.