Sono almeno 47 i morti e 640 i feriti, 90 dei quali in condizioni critiche, le vittime dell'esplosione di ieri all'impianto chimico operato dal gruppo Tianjiayi nella località di Yancheng, nella provincia orientale cinese del Jiangsu. Lo riferiscono le autorità locali, che hanno evacuato circa tremila persone, tra impiegati delle aziende della zona e residenti.
L'esplosione era stata registrata dai sismografi, che avevano segnalato un terremoto di magnitudo 2,2, imputabile alla detonazione avvenuta nel primo pomeriggio di ieri. Il presidente Xi Jinping, che oggi si trova in Italia in visita di Stato, ha chiesto che siano fatti tutti gli sforzi possibili per salvare il maggiore numero di vite umane e che si agisca «il prima possibile» per identificare le cause della tragedia.
Sulla tragedia stanno indagando anche le autorità di Pechino: una squadra per le indagini, scrive il quotidiano China Daily, è stata messa a punto dal Consiglio di Stato, il governo cinese. La provincia del Jiangsu ha fatto sapere che sarà aperta un'indagine sui produttori e i magazzini di stoccaggio di materiali chimici, assicurando linea dura contro chi non sarà trovato in regola.