Hanno indossato i loro abiti migliori, spesso forniti dagli stessi negozi che sponsorizzavano l’evento. Poi, uno dopo l’altro, diciotto minori dai 12 ai 18 anni sono saliti sulla passerella montata nel centro commerciale Pantanal di Cuiabá, nel Mato Grosso. E hanno sfilato, di fronte a una folla di duecento persone, in buona parte coppie interessate all’adozione. Già, perché i “baby-modelli” erano tutti ragazzi in cerca di una nuova famiglia.
L’iniziativa “Adozione in passerella” – realizzata con l'autorizzazione del giudice per i Diritti dell'infanzia e l'appoggio della Commissione statale “Infanzia e Gioventù” del Mato Grosso – puntava, secondo gli organizzatori, ad aiutarli a trovarla. Le modalità scelta ha suscitato una valanga di polemiche. Governo e opposizione si sono scagliati contro la sfilata dei bimbi. Mentre i media l’hanno paragonata al “mercato degli schiavi”.
Per giustificarsi, gli organizzatori hanno sottolineato che i bambini sono stati lasciati liberi di scegliere. Le immagini, però, dei piccoli imbellettati e spauriti di fronte alla platea, mentre una speaker ne sintetizzava la biografia, hanno provocato forte indignazione nel Paese. Un coro di critiche che le scuse tardive degli amministratori del Pantanal non hanno spento.