mercoledì 16 ottobre 2019
Via libera dall'Assemblea nazionale, ora la legge voluta dal presidente Macron passa al Senato. Proteste
La legge è stata voluta dal presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)

La legge è stata voluta dal presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)

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Parigi Nonostante un coro di oppositori divenuto negli ultimi mesi sempre più ampio e variegato in tutta la Francia, la bozza di revisione bioetica promossa dal presidente Emmanuel Macron prosegue la propria corsa, giunta ieri pomeriggio all’approvazione in prima lettura presso l’Assemblea Nazionale. Nella camera bassa parlamentare, dove il partito presidenziale gode di una maggioranza schiacciante, il responso è stato netto: 359 voti favorevoli, 114 contrari e 72 astenuti.

Ma al Senato, prossima tappa di un iter ancora lungo, il testo dovrebbe incontrare resistenze ben più accese.

«Il governo ha imposto tre riforme in una, una riforma sociale, una del legame filiale e una delle norme bioetiche», ha protestato in aula il deputato Thibault Bazin, rappresentante dei Repubblicani, la stessa formazione di centrodestra che detiene il maggior numero di senatori nella camera alta. Al termine del voto, la ministra della Sanità, Agnès Buzyn, ha invece vantato il «grande momento di democrazia» a cui il dibattito ha dato luogo.

Fra gli altri esponenti della maggioranza, la deputata Aurore Bergé ha poi cercato di rassicurare i presenti, sostenendo che «l’embrione non si ridurrà mai a una massa di cellule» nello sguardo di chi promuove la bozza. Quest’ultima, nondimeno, attira l’inquietudine di una parte crescente di francesi, come ha dimostrato il corteo gigante visto a Parigi il 6 ottobre.

All’interno della bozza, la misura maggiormente sotto i riflettori resta l’estensione dell’accesso alla fecondazione assistita pure alle donne single e alle coppie lesbiche. Un provvedimento che potrebbe stravolgere l’attuale quadro, fondato sul principio di un uso riservato alle coppie eterosessuali che soffrono d’infertilità. Ma anche tanti altri articoli della bozza continuano a catalizzare le critiche delle associazioni di difesa dell’infanzia, di giuristi, medici e intellettuali, oltre che della Chiesa.

Sempre nel campo della procreazione, il progetto di legge intende autorizzare l’autoconservazione dei gameti anche al di fuori di ogni necessità medica legata a specifiche patologie. Le donne di età compresa fra i 30 e 37 anni dovrebbero così poter far uso dei gameti congelati prima dei 43 anni. Per i critici, sarà una nuova tappa verso una “procreazione artificiale”, senza contare che potrebbe divenire pure un pretesto in mano dei datori di lavoro per scoraggiare i congedi di maternità delle donne più giovani.

Numerose voci denunciano anche con forza una bozza che toglierà le «ultime protezioni» ancora esistenti nel campo della ricerca sugli embrioni. Il testo intende infatti autorizzare la creazione di embrioni transgenici, aprendo così una breccia allo scenario di nascituri geneticamente modificati, ma anche la creazione di embrioni chimera, mescolando cioè elementi genetici umani e animali. Inoltre, il testo vuole aprire la strada a ricerche sull’embrione su semplice dichiarazione, scompaginando il quadro di autorizzazioni finora in vigore.

Alcune misure della bozza mirano inoltre ad accelerare delle pratiche di selezione degli embrioni su base genetica, con il rischio crescente di far scivolare di fatto la Francia nell’eugenismo. Delle associazioni come Alliance Vita, o ancora quella dei Giuristi per l’Infanzia, continuano a biasimare l’ostinazione governativa a favore di una “deregulation bioetica”. In vista della prossima protesta nazionale annunciata a inizio dicembre, gli oppositori promettono che «la battaglia è appena cominciata».




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