Russia: un'alleanza anti-Cina tra Joe e Vladimir sembra ineluttabile
sabato 20 febbraio 2021

Da abili professionisti degli scacchi quali sono, hanno già capito alla seconda mossa che la partita non potrà che terminare in patta. Quindi le parole che stiamo udendo in questi giorni, gli intrecciati avanti e indietro sui vari scacchieri nulla hanno a che vedere con il risultato finale che ambedue conoscono già: un mutuo patto di non aggressione per combattere, su fronti diversi, lo stesso nemico: la Cina. Joe Biden e Vladimir Putin si incontreranno, non subito. Ma lo faranno.

Perché la forza di entrambi i Paesi, sommata, sempre meno può arginare l’espansionismo di una Cina che conta più popolazione, più tasso di crescita, più capacità di permeare i Paesi in via di sviluppo, più possibilità di reperire risorse e soprattutto più liquidità dovuta alla perfetta gestione finanziaria durante la recessione del 2013 e ora della post pandemia. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera Biden ha parlato di «minaccia all’Alleanza transatlantica» da parte di Putin che cerca «una nuova Guerra fredda».

E qualche giorno prima il capo della Casa Bianca aveva mantenuto in Germania quelle truppe che il suo predecessore Donald Trump stava facendo rientrare in America. Il fronte Orientale qualcosa di nuovo sì che lo presenta. L’Ungheria di Orbán è un po’ più russa, soprattutto dopo le iniezioni di vaccino Sputnik arrivate da Mosca, la Polonia è meno ostile. Ma l’orso russo è sempre lì a minacciare, con la questione Ucraina per nulla risolta. Ma lo scenario è certamente meno preoccupante del gioco economico che Xi Jinping sta consumando sulle ceneri delle vecchie zone di influenza russo-statunitensi.

Una guerra sotterranea, combattuta a colpi di società “private” di fatto riconducibili al regime di Pechino e guidate da tycoon che hanno perso la divisa militare ma rischiano lo stesso il plotone d’esecuzione come gli ultimi miliardari condannati a morte per “corruzione” stanno lì a insegnare. Usa e Russia arrancano e stanno ridisegnando i loro assetti per competere su un terreno in cui le testate nucleari e i sistemi d’arma non contano, se non come minaccia. Per questo lo “zar” e “sleepy Jo” dovranno smettere gli alias e ritornare ad essere il presidente della Russia e degli Stati Uniti d’America.

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