La scena dell'attentato a Baghdad - Ansa
Il “silenzio” durava ormai dal giugno del 2019. Ieri l’illusione che Baghdad potesse godere di una relativa pace è stata squarciata. Nel modo più orribile. Con un doppio attacco in un mercato nel centro della capitale, messo a segno da due attentatori kamikaze. Nessuna rivendicazione, ma i sospetti si sono subito indirizzati sul Daesh. Colpire nel cuore della capitale irachena è considerato un segnale forte, inequivocabile: l’organizzazione jihadista battuta nel 2017 si sta riorganizzando. Ed è pronta a ritessere le sue trame. «Hanno voluto mandare un messaggio di morte, che forse ha a che fare con il ritiro dei soldati Usa dal Paese, o con il progetto elettorale. Resta il fatto che, finora, non c’è nessuna dichiarazione o rivendicazione proveniente da chi c’è dietro queste esplosioni», ha detto il patriarca caldeo Louis Raphael Sako. Il bilancio dell’attacco è tragico: le vittime sono almeno 32, un centinaio i feriti. Davanti ai soccorritori si è aperta una scena apocalittica. Corpi sventrati, pozze di sangue, feriti che chiedevano di essere soccorsi. «Un attentatore è arrivato, è caduto a terra e ha iniziato a lamentarsi “mi fa male lo stomaco” e ha premuto il detonatore nella sua mano. È esploso immediatamente. La gente è stata fatta a pezzi», ha raccontato all’agenzia Reuters un venditore ambulante.
Il ministero dell’Interno iracheno ha confermato questa ricostruzione. L’attentato è avvenuto nel mercato all’aperto di abiti usati a piazza Tayaran: il primo attentatore suicida ha lamentato di sentirsi male, richiamando attorno a sé una folla di persone, prima di farsi saltare in aria. L’esplosione ha creato il panico: diverse persone si sono affrettate a soccorrere i feriti mentre altre scappavano. È in questo momento che il secondo attentatore suicida si è fatto esplodere. Sulla rete è circolato un video che riprende gli istanti prima dell’esplosione del primo kamikaze e la devastazione che produce: si vede la folla riunita in mezzo alla strada e il lampo della deflagrazione. Nessuno finora ha avanzato rivendicazioni ma per il generale Kazem Selman, direttore della Protezione civile irachena, «l’attentato ricorda per modalità ed esecuzione quelli compiuti dal Daesh». Gli attentati suicidi sono stati spesso usati dall’organizzazione, prima che il gruppo terrorista venisse sconfitto e costretto alla ritirata nel 2017, dopo essere arrivato a controllare un terzo dell’Iraq. Da allora, gli attacchi si sono ridotti, spostandosi nel deserto e nelle aree montuose, prendendo di mira militari e infrastrutture governative. Relativamente rari invece gli attentati nella capitale irachena: l’ultimo era avvenuto nel giugno 2019, facendo diverse vittime; nel gennaio 2018, un attentato suicida nella stessa piazza aveva causato la morte di oltre 30 persone. L’Iraq vive un periodo di (difficile) transizione. Il governo iracheno ha rinviato al 10 ottobre prossimo le elezioni anticipate previste per giugno. L’annuncio è arrivato tre giorni fa dal premier Mustafa Kazimi che ha raccolto l’“appello” dell’Alta commissione elettorale governativa aveva inviato la richiesta di rinvio per motivi legati logistici e organizzativi. L’anno scorso il governo iracheno aveva deciso di anticipare le elezioni legislative, previste per il 2022, a quest’anno. Il 16 gennaio il Pentagono ha annunciato che i contingenti militari statunitensi in Iraq e Afghanistan sono stati entrambi ridotti a 2.500 effettivi.