Il leader nordcoreano Kim Jong-un - REUTERS
Prima “tappa”: luglio 2023. Il ministro della Difesa russo Sergeij Shoigu sbarca nella capitale nordcoreana Pyongyang e trova il tempo di visitare un’esposizioni di armi, missili balistici compresi. Seconda tappa: settembre 2023. Il leader nordcoreano Kim Jong-un – sempre restio ad abbandonare il suo “nido” – sale sul treno blindato di famiglia e raggiunge la Russia. Ad accoglierlo c’è ovviamente Vladimir Putin. Terza tappa: oggi. Il ministro degli Esteri nordcoreano Choe Son Hui è nella capitale russa. Scopo del viaggio: incontrare il suo omologo Sergeij Lavrov e lo stesso Putin per “approfondire i legami economici, politici e militari tra i due Paesi”. Quarta (probabile) tappa: lo “zar” potrebbe ricambiare la cortesia visitando la Corea del Nord, già entro l’anno, come azzarda qualcuno. Insomma, l’intreccio tra Corea del Nord e Russia è sempre più fitto. E segnala il salto di qualità dei rapporti tra i due Paesi, “costretti” ad un avvicinamento vertiginoso dalle rispettive “partite” geopolitiche: la Russia impelagata ormai da quasi due anni nella guerra in Ucraina, Pyongyang da decenni impegnata in un ondivago braccio di ferro con Seul, ritmato da minacce, schiarite e nuove minacce. Una vicinanza fin troppo prossima che, secondo alcuni osservatori, potrebbe innervosire la Cina, il vero garante della sopravvivenza del regime nordcoreano.
"La Corea del Nord è il nostro vicino e partner più vicino, con il quale stiamo sviluppando e intendiamo sviluppare ulteriormente partenariati in tutti i settori", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.
"Il fatto che ora i ministri degli Esteri dei due Paesi si incontrino spesso e approfondiscano i legami di cameratismo è un'ulteriore prova che le relazioni amichevoli russo-coreane, con una lunga storia di amicizia e tradizione, stanno avanzando energicamente in conformità con i piani del leader", ha detto, a sua volta, Choe.
E da parte sua, Lavrov ha chiarito che “l'attuazione degli accordi fra Kim e Putin è stata avviata”. Accordi che comprendono la fornitura di armi? Mosca e Pyongyang negano, ma non la pensa così l’intelligence sudcoreana. “La Corea del Nord potrebbe essere pronta a fornire un nuovo tipo di missile alla Russia e potrebbe condurre ulteriori test sulle armi per aumentare le tensioni in vista delle elezioni sudcoreane e statunitensi", ha detto il capo della difesa della Corea del Sud. Secondo la Reuters, Putin agita la “carta" Kim per “pungolare Washington e i suoi alleati asiatici, assicurandosi allo stesso tempo una grande fornitura di artiglieria per la guerra in Ucraina”.
Un mese dopo il faccia a faccia a Mosca tra Kim e Putin, la Corea del Nord avrebbe inviato mille container di “equipaggiamento e munizioni” alla Russia: in tutto sarebbe almeno 5 le spedizioni “intercettate” dall’intelligence.
Kim Jong-un partecipa ai lavori dell'Assemblea popolare suprema - REUTERS
Seul nemico numero uno
La missione diplomatica in Russia è stata preceduta da una nuova “uscita” di Kim. Che ha voluto aggiungere un altro tassello della sua retorica bellicista. Spingendo per l’iscrizione della Corea del Sud come “nemico numero uno” nella Costituzione del Paese. In un discorso in Parlamento, il leader nordcoreano ha ribadito come la "riunificazione" non sia possibile e ha affermato che termini come "indipendenza, riunificazione pacifica e grande unità nazionale" vanno "cancellati" dalla Carta. "Non vogliamo la guerra, ma non abbiamo neanche intenzione di evitarla", ha detto Kim, E secondo il leader nordcoreano serve un emendamento costituzionale per "instillare" nei nordcoreani "la ferma idea che la Repubblica di Corea è il loro nemico numero uno, il loro nemico principale".
L'Assemblea popolare suprema ha poi approvato l'abolizione degli enti per il dialogo con la Corea del Sud (il Comitato per la riunificazione pacifica, l'Ufficio nazionale di cooperazione economica e l'Associazione di turismo di Kumgangsan). Secondo una nota dell'agenzia Kcna, “la riunificazione della Corea non potrà mai avvenire con la Corea del Sud che ha fatto dell'unificazione per assorbimento e dell'unificazione sotto la democrazia liberale” una politica di stato", qualcosa che viene considerato come "totalmente contrario alla nostra linea di riunificazione nazionale”.