E’ questa la nuova strategia dettata dell’African national congress (Anc) per l’appuntamento clou della sua campagna elettorale. Mercoledì prossimo 26 milioni di sudafricani andranno alle urne per le legislative e le provinciali e l’Anc di Zuma cerca la sua quinta vittoria consecutiva dal 1994. Domani, in un evento che sarà seguito anche per ore in diretta televisiva, l’ex partito di Mandela raccoglierà i suoi sostenitori al Fnb Stadium di Johannesburg e Zuma terrà il suo discorso finale. Memore, però, di quanto accadde a dicembre ai funerali di “Madiba” – con il presidente preso di mira dai “buuu” di disapprovazione per i suoi numerosi scandali e per le inefficienze del suo governo, e per giunta davanti ai leader e alle tv di tutto il mondo – l’Anc ha giocato d’anticipo.
Sono stati infatti registrati i dettagli personali di decine di migliaia di sostenitori e anche l’assegnazione dei posti nello stadio seguirà una specifica procedura: il tutto per poter immediatamente identificare gli “infiltrati” che dovessero provare a dileggiare il signor presidente. “Conosciamo tutti quelli che arriveranno con i bus allo stadio – spiegano dall’Anc – Non ci aspettiamo l’anarchia e comunque non la tollereremo”. Pare che anche polizia e servizi siano stati segretamente ingaggiati per la delicatissima “missione anti-buu”, che dovrebbe quindi vedere gli agenti pronti a intervenire con le orecchie attente e ben allungate.
Gli altri partiti ovviamente non l’hanno presa bene ma appaiono abbastanza rassegnati. Nonostante le critiche crescenti verso un partito, l’Anc, accusato di corruzione e inefficienza, le altre formazioni politiche sembrano destinate anche per questo turno elettorale a fare la figura delle comparse. Secondo i sondaggi, la Democratic alliance dell’ex sindaco di Città del Capo, Helen Zille, salirà al massimo fino al 22 per cento dei voti (sei punti in più rispetto a cinque anni fa), mentre il nuovo partito Economic Freedom Fighters del giovane populista Julius Malema (ex delfino di Zuma), dovrebbe attestarsi intorno al 7-8 per cento. E l’Anc? I suoi consensi dovrebbero scendere dal 65,9 al 63 per cento e non pagherà quindi troppo dazio, nonostante le critiche di molti analisti. Nel mirino degli scontenti ci sono soprattutto i dati su disoccupazione e disuguaglianza. Basti pensare che dal ’94 ad oggi la disoccupazione è passata dal 13 al 25 per cento, che i neri guadagnano appena il 16 per cento rispetto al reddito dei bianchi e che il 62 per cento dei neri vive sotto la soglia di povertà. Ma per l’ex partito di Mandela la priorità, oggi, è la lotta ai “buuu”.