Il sole tramonta sulle rovine di Rafah: le speranze di pace sono riposte ora nel piano di pace di Biden - Ansa
«Cessate il fuoco permanente», «ritiro delle forze israeliane da Gaza», « ricostruzione e lo scambio di prigionieri». Hamas enumera sommariamente i punti della Road map, voluta da Biden e presentata da Israele. È una prima valutazione, in attesa che il documento, sinora sbandierato davanti ai media, venga consegnato attraverso gli “sherpa” del Qatar.
Il Movimento islamico di resistenza islamica «valuta positivamente» la proposta di tregua, fanno sapere i rappresentanti di Hamas a Doha, ma la decisione finale spetta Yahya Sinwar e Mohammed Deif, rispettivamente leder politico di Hamas all’interno della Striscia e capo delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas. Una mano tesa, con la volontà di “andare a vedere” le carte.
Di certo meno possibilista la Jihad islamica: per il secondo gruppo armato della Striscia di Gaza, «la posizione dell’amministrazione americana è cambiata», anche se resta «completamente sbilanciata verso l’entità sionista», perché continua a coprirne i «crimini» e a partecipare «all’aggressione». Non una premessa incoraggiante, anche se la Jihad islamica valuterà ogni proposta che «assicuri la fine della guerra di genocidio contro il nostro popolo» e preservi i «nostri diritti» e rispetti le «richieste della resistenza». L’Anp invece, con una nota, ha chiesto di avere sotto il suo controllo tutti i valichi di frontiera con la Striscia di Gaza, in base all’Accordo sull’accesso ai valichi del 2005.
Una vera trattativa deve ancora iniziare e anche Netanyahu mostra i muscoli, probabilmente più per ragioni interne a Israele che pensando al negoziato. Israele, afferma un comunicato del suo ufficio politico, non ha cambiato le condizioni per porre fine alla guerra: «La distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas», la «liberazione di tutti gli ostaggi» e avere garanzie che Gaza «non rappresenti più una minaccia per Israele». Netanyahu, ancora più schiacciato in un angolo dopo che il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz ha chiesto nei giorni scorsi lo scioglimento della Knesset, non vuole mostrare nessun segno di cedimento davanti all’opinione pubblica. Gantz ieri ha chiesto di convocare il gabinetto di guerra il primo possibile. Un appello a non ignorare «l’importante discorso del presidente Biden» è giunto ieri dal leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid.
Ma è soprattutto a Washington che si preme sull’acceleratore per cogliere quello che venerdì Joe Biden ha definito un «momento decisivo». Un appello dal forte peso geopolitico, che si è andato a incrociare con il convulso dibattito pre-elettorale e l’eco della sentenza di condanna di Donald Trump nel processo contro la pornostar Stormy Daniels. Una soluzione della crisi a Gaza sarebbe un enorme successo prima del voto. Un piano di cui la Casa Bianca, rivela ad Axios un alto funzionario, ha informato in anticipo il membro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, ed il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Una Road map, quella di Biden, appoggiata dall'Aipac, l’influente lobby ebraica statunitense che, sottolineando come ora la palla sia del campo di Hamas che deve dare una risposta, ha chiesto in una nota a «tutti i membri del Congresso» di «sostenere con forza l’ultimo sforzo del governo israeliano». Ma ieri soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è stato molto attivo nel cercare contatti: di ritorno dal vertice Nato di Praga ha avuto dei colloqui telefonici distinti con i ministri degli Esteri dell’Arabia Saudita, Turchia e Giordania. Il primo ministro del Qatar, sempre in una telefonata con Blinken, ha espresso speranza perché tutte le parti cerchino un accordo.
«Abbiamo la possibilità di porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, riportare a casa gli ostaggi e alleviare le sofferenze del popolo palestinese con l'accordo di cessate il fuoco che è sul tavolo», ha scritto su X il segretario di Stato Usa che ha aggiunto: «Hamas dovrebbe accettare l’accordo».
Un coro di consensi, un coro di incoraggiamenti dai leader occidentali alla proposta Biden, nella speranza che si possa fermare la strage di civili – 36.379 il totale delle vittime a Gaza dal 7 ottobre, secondo la Sanità di Hamas, mentre 15 missili lanciati dal Libano hanno colpito il Nord di Israele – in attesa che oggi al Cairo, secondo indiscrezioni dei media, si incontrino le delegazioni di Usa e Israele oltre che dei padroni di casa egiziani.
Lapidario il presidente francese Emmanuel Macron: «La guerra a Gaza deve finire. Sosteniamo la proposta americana per una pace duratura». La Road map israeliana verso un cessate il fuoco a Gaza, per la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, rappresenta una «significativa opportunità» per porre fine alla guerra con un «approccio equilibrato e realistico». Una proposta che rappresenta un «barlume di speranza» per la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, mentre il premier britannico Sunak, nel caso che Hamas accetti l’accordo, si dice pronto a «inondare Gaza di aiuti».