L'uccisione dei due cristiani in
Pakistan, arsi vivi perché accusati di blasfemia, è una
"barbarie" e non si può rimanere "passivi". Lo dice il cardinale
Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il
Dialogo Interreligioso, ai microfoni di
Radio Vaticana."Sono scioccato, si rimane senza parole di fronte ad un atto
di tale barbarie. Quello che è ancora più grave - dice Tauran -
è che è stata invocata la religione in modo specifico. Ora, una
religione non può giustificare crimini di questo genere. Esiste
questa legge sulla blasfemia, che rappresenta un problema: la
comunità internazionale non dovrebbe intervenire?".Alla domanda
se sia necessario un intervento specifico dell'Onu, Tauran
replica: "Io chiedo: si può rimanere così passivi di fronte a
crimini dichiarati legittimi dalla religione?"
Il cardinale ricorda che in Pakistan "dall'anno in cui è
stata introdotta la Legge sulla blasfemia, ci sono state circa
60 esecuzioni. E questa cosa non tocca soltanto i cristiani:
sono colpite anche altre minoranze, come avvocati, oppositori al
regime che sono stati uccisi in maniera barbara. Ci si trova
quindi di fronte ad un grande problema".Sulla possibile
connivenza della politica e delle forze dell'ordine il cardinale
rileva: "È certo che ci sia, incontestabilmente, una
connivenza. A quale livello, questo non lo so. In ogni caso,
sono dell'opinione che si debba denunciare pubblicamente questo
tipo di atteggiamento, soprattutto perché i nostri cristiani
percepiscano la solidarietà della Chiesa, che è la loro
famiglia". "Spero", conclude Tauran, che ci sia una reazione da
parte dei leader musulmani.