In Grecia la detenzione amministrativa dei migranti richiedenti asilo è diventata la regola e non l’eccezione, in aperta violazione con la normativa europea. Uomini, donne e bambini sono sottoposti a condizioni di detenzione degradanti e che negano i loro diritti fondamentali, come rilevato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
È l’allarme lanciato oggi da Oxfam e Greek refugees council, rilanciato dall'Agenzia Sir, con nuovo rapporto che fotografa una situazione drammatica, che colpisce persone estremamente vulnerabili arrivate in Europa per trovare salvezza da guerre e persecuzioni in Paesi come Afghanistan, Siria, Repubblica democratica del Congo e molti altri.
Il report rileva che quasi la metà dei migranti (46%) resta in detenzione per oltre 6 mesi. A giugno i migranti in detenzione amministrativa senza nessuna accusa penale a carico, erano quasi 3mila. 1 persona su 5 viene detenuta per lunghi periodi in celle anguste concepite per poche ore di fermo. Donne incinte, bambini e persone con gravi vulnerabilità, vengono detenute senza un’assistenza sanitaria e legale adeguata. “La volontà di usare la detenzione come prassi si riflette nelle recenti politiche adottate dalla Grecia. Nonostante la normativa europea indichi la detenzione amministrativa come ultima risorsa”, ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia.
“La detenzione amministrativa è solo un altro strumento per impedire alle persone di cercare sicurezza e un futuro in Europa – ha aggiunto Vasilis Papastergiou, esperto legale del Greek refugees council –. Mentre le autorità greche si rifiutano di considerare altre opzioni, i tribunali greci spesso rifiutano i ricorsi e gli appelli contro la detenzione, anche da parte di donne in gravidanza.
Uno status quo avvallato anche dall’Unione europea che sta finanziando i nuovi centri di semi-detenzione in Grecia, luoghi chiusi e controllati dove i migranti vengono abbandonati a sé stessi e dimenticati. Tutto questo, la detenzione assunta come regola e non come eccezione, come non è solo contrario alle normative internazionali ed europee sulle migrazioni, ma implica anche un pesante costo morale ed economico”. “È necessario che la Grecia cambi approccio politico e prenda immediati provvedimenti legislativi che la riportino in linea con lo Stato di diritto”, chiede Pezzati.