L'internazionalizzazione non è mai stata a fondo nel dna delle imprese del Belpaese. Nonostante negli anni sia diventata un'esigenza, talvolta, addirittura irrinunciabile per la sopravvivenza delle stesse aziende. Ma come si presenta la situazione nel 2020 soprattutto dopo il lungo periodo di inattività dovuta al Covid-19? La risposta la fornisce un'analisi di Cribis che ha esaminato la propensione all’export delle aziende del nostro Paese: l’analisi di Margò, piattaforma per lo sviluppo commerciale, suggerisce gli elementi determinanti per la ripartenza delle aziende nostrane.
Il primo dato che emerge riguarda le Province e si potrebbe sintetizzare in "Piccole ma virtuose". Infatti tra le province che puntano maggiormente all’export spiccano Vicenza, con l’11,9% di imprese sul totale di quelle attive sul territorio, Lecco (11,4%) e Varese (11,1%). Purtroppo solo il 4,6% delle imprese italiane dimostra un’elevata propensione all’internazionalizzazione. Il Nord, con il 74,6%, risulta l’area con la percentuale più alta di aziende che investono di più fuori confine, che hanno avviato attività di export, che fanno parte di filiere internazionalizzate o di gruppi globali. Sul podio della classifica regionale si trovano così nell'ordine Lombardia (9,3%), Veneto (7,9%) e Friuli-Venezia Giulia (7,4%). A seguire Emilia-Romagna (6,6%) e Toscana (6,2%), mentre si posiziona tristemente ultima la Calabria (0,5%), preceduta da Sardegna, Basilicata (entrambe con lo 0,7%) e Molise (0,8%). “Le aziende italiane, in particolare le Pmi, affrontando la ripartenza dopo il lockdown con difficoltà per il made in Italy e le nostre esportazioni - sottolinea Marco Preti, ad di Cribis, aggiungendo che - mai come in questo momento è necessaria la massima attenzione per non perdere posizioni nella catena produttiva internazionale e far sì che la ripartenza diventi un'occasione di rilancio”.
Tornando al posizionamento a livello provinciale, dietro le capofila Vicenza, Lecco e Varese si posizionano Como e Monza-Brianza (entrambe con il 10,3%) e dopo Milano con il 9,7%, che ovviamente è in testa per numeri assoluti (12,9% del campione preso in esame). Chiudono la classifica ovviamente le Province del Sud, Crotone, Sud Sardegna, Vibo Valentia, Cosenza, Reggio Calabria e Nuoro, tutte con lo 0,5%.
Circa i settori merceologici, a livello macro guardano ai mercati esteri soprattutto “industria e produzione” (62,7%), “commercio all’ingrosso” (19,9%) e “servizi” (9,6%), mentre fra i micro-settori il più rappresentativo è quello dell’ “industria manufatti in metallo” (3,8%), seguito da “commercio all’ingrosso” (2,6%), “servizi commerciali” (2,5%) e “industrie della gomma e plastica” (2%).