Chiamiamolo pure «turismo di ritorno». Per gli italiani che vivono nel mondo, emigrati, figli di emigrati e i loro familiari, l’Expo è l’occasione più ghiotta per venire o tornare in Italia. La terra dei padri. Della propria storia. E tuffarsi in quell’italian style che oggi tutto il mondo apprezza e ci invidia. Nasce con questo obiettivo «Made of Italians» il progetto di Expo che vede Uvet American Express in prima linea e guarda agli 80 milioni di oriundi che vivono nel mondo. Con l’ambizione di 'catturarne' almeno un milione nei soli mesi dell’Expo, soprattutto con il lavoro che Uvet sta compiendo con il padiglione Usa, l’Ambasciata e la Camera di Commercio americana in Italia. L’investimento del gruppo leader della distribuzione turistica con un giro d’affari di 2,2 miliardi, è eccezionale. Di quelli che fanno scuola. Luca Patanè, Ad di Uvet (e presidente di Federviaggio e di Confturismo), ha messo sul piatto di Expo ben 9 milioni di euro per acquistare 500mila biglietti, prenotando già tremila camere d’albergo a Milano per i sei mesi della kermesse. «Io ci credo», dice Patanè, imprenditore affascinato dalle novità e dalle innovazioni che vede nell’esposizione universale la «grande occasione per scrivere una nuova storia del turismo italiano e parlare finalmente di destinazione Italia». Perché «mentre su scala mondiale si moltiplicano gli spazi e le possibilità di travel, con i viaggiatori che crescono in maniera straordinaria, aumentando la domanda di ospitalità, in Italia non si riesce a intercettare nuovi flussi turistici. Il settore paga errori e ritardi che oggi non possiamo più accettare».
E se la politica non risponde, latita, non è capace di mettere attorno allo stesso tavolo i protagonisti del settore e realizzare un piano strategico serio, ecco che l’imprenditore ci prova lo stesso: «Non ci piace chiedere, ci piace fare». E definisce il suo percorso di viaggio. Fra sperimentazioni e nuovi progetti. Dal mondo del business travel, con l’organizzazione – tanto per fare un esempio – del BizTravel Forum e l’ideazione persino di uno specifico Travel Index con The European House Ambrosetti che misuri la variazione del Pil in base all’andamento dei viaggi d’affari, si passa al leisure e alla creazione del marchio Clubviaggi per gestire agenzie o direttamente strutture (come il Santo Stefano Resort nell’Arcipelago della Maddalena in Sardegna o il Resort Abu Dabbab di Marsa Alam, nel Mar Rosso). Ora la nuova sfida – targata Expo – è sull’incoming. In vista dell’esposizione milanese il vulcanico Patanè si muove su più fonti per attirare turisti e visitatori, e promuovere l’Italia nel mondo. Una grandissima scommessa che «passa anche e soprattutto dal Web». L’idea-progetto si chiama «TripItaly.it». È un portale dedicato finanziato e lanciato da Uvet, Digital Magics e Confturismo- Confcommercio per fornire ai turisti stranieri informazioni, servizi e offerte commerciali. «Un hub digitale per promuovere e sostenere le imprese italiane che operano nell’incoming turistico, realizzato con le startup innovative del settore», spiega Patanè. Il sito Web sarà affiancato da una App che permetterà al turista, fissata la meta, di avere tutti i servizi possibili a portata di smartphone: per ogni città saranno indicati itinerari turistici, escursioni, ristoranti, i musei più belli, le specialità enogastronomiche e gli eventi di rilievo. Con la possibilità di acquistare i biglietti di autobus, treni e aerei, o di usufruire di servizi aggiuntivi come il noleggio con conducente o la bicicletta. Un travel assistant virtuale sempre al fianco. Un servizio, ma ovviamente anche un business per l’impresa. L’iniziativa, secondo Patanè, «ha ottime possibilità di fare un miliardo di fatturato». Numeri, ma con un anima. E una passione. Per il viaggio. E la promozione del Paese. Esempio concreto di come «il turismo possa essere la leva della crescita».