giovedì 27 agosto 2020
Banchieri centrali a convegno per studiare una strategia di rientro dopo la necessaria spinta sulla spesa pubblica e gli sfondamenti di bilancio
Oggi l'incontro dei banchieri centrali

Ansa

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Le politiche non convenzionali con cui gli Stati di tutto il mondo stanno provando a fronteggiare la crisi causata dal Covid non sono a costo zero. Se finora il tema centrale è stato soprattutto come 'finanziare' l’emergenza e poi la ripresa post virus, d’ora in poi una delle questioni ineludibili sarà l’effetto sull’economia globale dello sforamento record dei conti pubblici e chi pagherà il prezzo di tale poderoso intervento. Già nel 2019, del resto, si è registrata un’impennata del debito pubblico, che ha toccato il nuovo record di 255mi- la miliardi. E quest’anno – come segnalano recentissime previsioni– ci sarà una vera e propria esplosione. Con una stima sommaria, l’Istituto di finanza internazionale (Iif) prevede che il debito mondiale potrebbe salire quest’anno dal 322 al 342% del Pil.

Anche il rapporto tra debito pubblico e Pil mondiale, conferma Ubs in una sua analisi di fine aprile, salirà di 20 punti percentuali entro la fine del 2022. Inevitabile, dunque, che la salita vertiginosa del debito pubblico sia un argomento in cima all’agenda del tradizionale simposio di Jackson Hole, uno degli eventi più attesi dagli operatori finanziari (perché spesso è l’occasione in cui si decidono le sorti dell’economia mondiale), che inizia oggi in una veste nuova e insolita.


255mila
In miliardi di dollari è l’ammontare del debito mondiale complessivo di governi, famiglie e imprese nel 2019 (+10mila miliardi in un anno)

20%
L’aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil mondiale previsto entro la fine del 2022 in base a una analisi di Ubs di fine aprile

12,4%
Il calo registrato dal Pil italiano tra aprile e giugno in base ai dati diffusi dall’Ocse. Mai si era registrata una diminuzione tanto marcata

10.250
I miliardi di euro di debito pubblico complessivo dei Paesi europei. Secondo le s

Dopo oltre tre decenni di appuntamento fisso nella valle dello Stato del Wyoming, a causa della diffusione della pandemia quest’anno i banchieri centrali si riuniranno via streaming. Il titolo dell’edizione 2020 è 'Navigare nei prossimi decenni: implicazioni per la politica monetaria'. L’attesa è concentrata soprattutto sul discorso del presidente della Fed, Jerome Powell, e l’auspicio dei mercati è che dal numero uno della Federal Reserve possano arrivare indicazioni sui nuovi sforzi della banca centrale americana a sostegno dell’economia e sugli obiettivi di inflazione. Quest’ultimo è un altro nodo da affrontare: con gli istituti centrali che continuano a immettere soldi sul mercato si possono avere implicazioni sull’indice dei prezzi.

Ad appesantire il fardello del debito è ovviamente il tracollo del Prodotto interno lordo a cui si sta assistendo nelle principali economie. A seguito dell’introduzione delle misure di contenimento del Covid-19 in tutto il mondo da marzo, il Pil dell’area Ocse registra un calo senza precedenti, pari a 9,8%, nel secondo trimestre dell’anno. Si tratta della più grande flessione mai registrata nell’area – rileva l’organizzazione parigina – significativamente superiore al -2,3% del primo trimestre del 2009, al culmine della crisi finanziaria. Il Pil è «caduto in modo maggiormente drammatico » nel Regno Unito, che ha segnato un calo del 20,4%, seguito dalla Francia (-13,8) e, nella terza peggiore posizione, dall’Italia (-12,4%).

Negli Usa, che oggi renderanno noti gli ultimi dati di Pil, viene stimato un calo appena meno forte: -9,5%. Il rapporto debito- Pil è destinato ad aumentare sensibilmente anche nell’Eurozona: secondo il Fmi schizzerà dall’84% al 97 quest’anno. Nelle analisi tra i banchieri al meeting virtuale di Jackson Hole si terrà conto che gran parte dell’aumento de debito pubblico mondiale arriverà dalle economie avanzate. A partire dagli Stati Uniti, che si preparano a chiudere l’anno con un deficit di quasi 4mila miliardi di dollari, seguiti dal Giappone, che farà un deficit di circa mille miliardi di dollari. L’Europa non sarà da meno: nelle previsioni di primavera, la Commissione calcola che quest’anno gli Stati dell’Eurozona avranno una differenza tra costi ed entrate di 942 miliardi di euro. Il debito pubblico complessivo degli Stati della moneta unica salirà da 10.250 a 11.440 miliardi di euro. Una montagna di soldi sulle spalle con cui si dovrà convivere e fare i conti. L’aspetto positivo, per le economie 'avanzate', è che questo debito, alle condizioni attuali, è sostenibile, mentre lo stesso non può dirsi per i Paesi in gravi difficoltà economico- finanziarie. Ovunque, tuttavia, gli interventi delle banche centrali hanno permesso di mantenere basso il costo del debito. Proprio ieri Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo Bce, in un discorso in videoconferenza al congresso annuale della European Economic Association di Rotterdam, ha sottolineato come, nel complesso, «gli effetti positivi dei tassi negativi hanno superato i loro effetti collaterali », ma questi ultimi è «probabile che aumentino nel tempo, se uno scenario di tassi di interesse negativi dovesse persistere troppo a lungo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Papa Francesco Udienza generale del 26 agosto La pandemia ha messo in rilievo e aggravato i problemi sociali, soprattutto la disuguaglianza. Alcune nazioni potenti possono emettere moneta per affrontare l’emergenza, mentre per altre questo significherebbe ipotecare il futuro. Questi sintomi di disuguaglianza rivelano una malattia sociale; è un virus che viene da un’economia malata A sinistra il numero uno della Fed, Jerome Powell, il suo discorso è tra i più attesi al meeting di Jackson Hole. / (AFP). A destra Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo Bce / (Reuters)

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