Meno assunzioni ma più qualificate. Nell’anno della grande crisi le imprese aprono le porte soprattutto a laureati e diplomati. Nel 2009 saranno il 54% del totale, tre punti sopra il 2008 e dieci sul 2007. In testa alla preferenze si mantengono economisti e ingegneri insieme a ragionieri e periti. Intendiamoci, l’aumento è solo percentuale, perchè in valori assoluti quest’anno il numero dei nuovi contrattualizzati ( esclusi gli stagionali) è crollato a 523mila unità, quando nel 2008 erano stati 827mila, oltre il 50% in più. Ma se la crisi morde sull’occupazione – e il saldo tra entrate e uscite nel 2009 sarà negativo di oltre 212mila posti – non interrompe il trend di crescita delle figure a maggiore professionalità. Anche perché la recessione ha colpito soprattutto il settore manifatturiero e quello edilizio. I dati arrivano dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere e del ministero del Lavoro, uno strumento di orientamento per i giovani e le famiglie alla presa con la scelta degli studi. E smentiscono che i titoli di studio non servano. Sulle 523mila assunzioni complessive programmate dagli imprenditori per l’intero 2009 quasi 62.500, il 12% del totale, riguarda personale con il titolo universitario ( era il 10,6% nel 2008). Oltre 221mila, il 42%, quelle dirette a giovani con il diploma ( era il 40,5 lo scorso anno). Per il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello le aziende reagiscono alla crisi « investendo sul capitale umano, la risorsa principale su cui può contare l’impresa. L’obiettivo è quello di di prepararsi alla sfida delle ripresa potendo contare su capacità capaci di produrre innovazione e accrescere la competitività » . La ricerca ricorda anche che le aziende prestano molta attenzione, nel valutare un possibile candidato, oltre ai titoli alle esperienze professionali precedenti ( un criterio che peserà sul 57,5% delle assunzioni). Nella classifica delle lauree più richieste, dopo quella in Economia ( 18.600 assunti) si piazzano gli ingeneri ( soprattutto elettronici- informatici, poi industriali) in tutto quasi 16mila, seguiti dai « dottori » dell’indirizzo sanitario e paramedico ( 6.680). Tra i diplomati si confermano al primo posto i ragionieri ( quasi 76mila) seguiti a distanza dai periti 14.800 e dai diplomati nelle scuole turistiche e alberghiere. Circa 8mila le richieste di periti elettrotecnici. L’indirizzo « amministrativo e commerciale » consolida così il suo primato: vale quest’anno il 34,2% delle assunzioni, quasi un punto in più del 2008. Anche sotto il profilo dei titoli di studio richiesti si conferma il forte divario tra Nord e Sud: laurea e diploma sono più richiesti al Nord- Ovest ( 60% del totale) e al NordEst ( 53,6%). La percentuale di posti riservati a neo- dottori e diplomati scende al Centro ( 53,3%) e soprattutto al Sud, dove è pari al 50,1%, con solo il 9% delle assunzioni riservata ai laureati. Nella classifica delle province, Milano, Torino e Roma si confermano quelle dove il maggior numero di opportunità è riservato ai laureati. In coda, invece, Imperia, Grosseto e Asti, dove la laurea conta meno nella lotta per accaparrarsi un posto di lavoro. La maggiore disponibilità di lavoro innescata dalla crisi, aggiunge poi Unioncamere, ha ridotto la quota di assunzioni considerate di difficile reperimento. Ma resta una discordanza tra i bisogni delle aziende e le disponibilità professionali effettivamente reperibili: così spesso le imprese assumono candidati con qualificazioni più basse di quanto cercavano per poi formarli dopo l’assunzione.