Una multa salata per le mascherine U-Mask finite nel mirino della magistratura a gennaio. L’Antitrust ha concluso l’istruttoria nei confronti delle società U-Earth Biotech e Pure Air Zone Italy erogando sanzioni complessive per 450.000 euro, di cui 400.000 euro per la pratica commerciale scorretta e a 50.000 euro per le condotte illecite inerenti ai diritti dei consumatori. Per oltre un anno, spiega l’Agcm, le due società hanno promosso online le mascherine chirurgiche biotech «U-Mask», registrate come dispositivi medici, equiparandole «indebitamente» a dispositivi filtranti di efficacia superiore (FFP3), ed attribuendo loro qualità in termini di filtraggio, vale a dire la proprietà di uccidere i virus e una durata di 200 ore, certificate in maniera autonoma. Secondo l’Autorità si è trattata di una pratica scorretta, «con modalità ingannevoli e aggressive». In tessuto colorato e con un filtro staccabile, le mascherine U-Mask hanno avuto un grande successo durante la pandemia, nonostante il prezzo non proprio economico (circa 33 euro per la mascherina completa) tanto da essere state definite "le mascherine dei vip".
A gennaio, su denuncia dei concorrenti, è stata avvia l’inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco con il sequestro di materiali. L’Antitrust ha contestato l’enfasi con la quale veniva pubblicizzata l’efficacia delle mascherine «sfruttando indebitamente la situazione di emergenza sanitaria in corso per indurre il consumatore a comprare a prezzi elevati il prodotto reclamizzato». L’Antitrust contestata anche una serie di irregolarità "minori": dai contratti di vendita solo in lingua inglese ad una inesistente approvazione della mascherina da parte del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Esulta il Codacons che ha sollecitato l’intervento dell’Antitrust presentando un esposto e promette di continuare la battaglia. «Ora le società sanzionate devono rimborsare tutti i consumatori. In caso contrario, studieremo la possibilità di una class action».
Le U-Mask insomma sono state vendute a caro prezzo in maniera ingiustificata (e consapevole secondo l’Antitrust) ma anche sulle "mascherine di Stato" è in corso un’indagine della Procura di Roma. L’ex commissario straordinario Domenico Arcuri è stato indagato per peculato e abuso d’ufficio per avere destinato 1,25 miliardi di euro dei fondi stanziati per l’emergenza Covid per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale «non a norma» provenienti dalla Cina grazie ad accordi con due imprenditori che avrebbero falsificato le certificazioni.