Una pala del progetto offshore NnG, nel nord della Scozia, al quale ha lavorato l'italiana Saipem - NnG
Accelerare fortemente sul fronte dell’eolico, per raggiungere gli obiettivi di rinnovabili Ue previsti per il 2030. Nel giorno in cui l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) lancia l’allarme su un uso ancora troppo elevato dei combustibili fossili, la Commissione Europea presenta il suo «Piano europeo per l’energia eolica», sulla scorta degli annunci del discorso a settembre della presidente Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione.
«Raggiungere l’obiettivo che abbiamo di recente concordato di almeno 42,5% di rinnovabili entro il 2030 – avverte Bruxelles – con l’ambizione di raggiungere il 45% (l’obiettivo iniziale proposto dalla Commissione ndr) richiederà un massiccio aumento di capacità eoliche, con una crescita prevista dai 204 gigawatt del 2022 a oltre 500 gigawatt nel 2030». L’esecutivo Ue avverte che, se è vero che il 2022 ha visto un’impennata di 16 gigawatt (+47%) di nuovi impianti eolici, siamo ancora lontani da quanto servirebbe per centrare gli obiettivi, e cioè un incremento annuo di 37 gigawatt.
L’Europa vuol fare la sua parte per ridurre l'impiego di combustibili fossili, come chiesto dalla Iea, ma questo vuol dire, appunto, incrementare gli sforzi, ed ecco il piano eolico della Commissione. La quale parla di una serie di “sfide” per l’energia del vento, tra cui «domanda insufficiente e incerta, procedure di autorizzazione lente e complesse, carenza di accesso ai materiali grezzi, elevata inflazione e prezzi delle materie prime» nonché problemi per le gare d’appalto e rischi legati all’insufficiente offerta di personale qualificato. Una situazione, dice la Commissione, che «richiede azione immediata». L’obiettivo è «mantenere una sana e competitiva catena di approvvigionamento energetico».
Tra le azioni immediate proposte da Bruxelles figura l’accelerazione della diffusione dell’eolico «attraverso un’accresciuta prevedibilità e più rapide procedure di autorizzazione», grazie anche alla digitalizzazione. Altro punto essenziale per accelerare sul fronte dell’eolico è il miglioramento del modo in cui sono realizzate le gare d’appalto, con più attenzione a progetti di qualità e al rispetto dei tempi. C’è poi la questione del finanziamento: la Commissione vuole utilizzare il già esistente fondo per l’innovazione, forte di 40 miliardi di euro, oltre al coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (Bei).
Lo sguardo, del resto, punta oltre agli orizzonti europei, con l’occhio anzitutto alla Cina (che per esempio dilaga sul fronte dei pannelli solari grazie anche ai forti sussidi statali). «Per far sì che il settore eolico possa operare su un piano di equità – afferma Bruxelles – la Commissione monitorerà con attenzione possibili pratiche commerciali ingiusta che avvantaggino produttori di eolico stranieri, e continuerà a utilizzare gli accordi commerciale per facilitare l’accesso ai mercati esteri».
Pieno sostegno, infine, ai progetti per la qualificazione dei lavoratori, con l’obiettivo di formare 100.000 addetti nei prossimi tre anni.