«Ho letto che nella manovra sarà prevista una riduzione della tredicesima per le forze dell'ordine. Smentisco questa notizia nella maniera più assoluta. Nella manovra non ci sarà alcuna riduzione della tredicesima per nessuno». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervistato dal
Tg4, a proposito dell'emendamento del relatore alla manovra che taglia le tredicesime ad alcune categorie.In giornata c'erano state anche le rassicurazioni del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Pure dal Viminale si fa sapere che non ci sarà alcun taglio delle tredicesime del comparto Sicurezza. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è sentito telefonicamente con il collega La Russa e la linea di entrambi - si sottolinea in ambienti del Viminale - è che la tredicesima degli uomini delle forze dell'ordine non si tocca.Intorno a mezzogiorno, il ministro La Russa aveva precisato: «Il punto di cui si discute con Tremonti è il blocco degli aumenti in caso di promozione che per il comparto sicurezza è assai più pesante e punitivo rispetto altri comparti perchè da noi le promozioni sono più frequenti». Nell'ambito di questa discussione, ha aggiunto La Russa, il ministero dell'Economia «ha proposto di dare la facoltà, ma non l'obbligo, a ogni comparto di optare per un taglio generalizzato fra il 10 e il 20% della tredicesima al posto del taglio sulle promozioni».Una possibilità che però né il ministro della Difesa, né il ministro dell'Interno, Roberto Maroni hanno preso in considerazione. «L'abbiamo notificato pubblicamente - conclude La Russa - e io ho appena finito di parlare con Tremonti che ne ha preso atto. In parole povere, sia da me che da Maroni è stato specificato che anche ove la norma che dà la facoltà di optare per il taglio delle tredicesime venisse inserita, noi fin da ora dichiariamo che non intendiamo avvalercene in nessun caso».
«LE TREDICESIME POSSONO ESSERE RIDOTTE»di Gianni SantamariaMa mentre quello in materia pensionistica è una riformulazione di quello contestato l’altroieri (il «refuso», che per la Cgil è diventato una «retromarcia»), a spuntare dal cilindro è il taglio alla mensilità aggiuntiva. «Le tredicesime possono essere ridotte» al fine di assicurare «un risparmio di spesa». L’entità dei tagli verrà definita con appositi decreti del presidente del Consiglio. Per i magistrati il decreto sarà emanato «su conforme delibera degli organi di autogoverno». Potranno essere emanati distinti decreti per tutte le altre categorie. La misura va a copertura di una nuova norma che prevede di escludere promozioni, straordinari e arretrati dai tagli della pubblica amministrazione. Ma si scontra con il no del Pd: «Ci opporremo con tutta la nostra forza istituzionale a questo ennesimo atto di arroganza della maggioranza», annuncia Emanuele Fiano, responsabile del forum sicurezza. Parla di iniziativa «sconcertante» il leader Udc Pier Ferdinando Casini. E ironizza: «Spero sia solo un nuovo clamoroso refuso».La novità della proposta di modifica in materia di pensioni, invece, è che il secondo adeguamento dei requisiti alla speranza di vita (previsto ogni tre anni) scatterà dal 1° gennaio 2016, cioè solo un anno dopo rispetto al primo gennaio del 2015. È stato invece tolto lo stop al requisito dei 40 anni di contributi, che aveva sollevato un vespaio di polemiche. «Il testo è stato ripulito. Non c’è problema, è tutto risolto», ha tranquillizzato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.Per effetto delle numerose questioni aperte, il via libera alla manovra della Commissione Bilancio del Senato è, dunque, slittato a lunedì. Il provvedimento potrebbe essere approvato in quella stessa data con una seduta no-stop, ha riferito Maurizio Saia (Pdl). Potrebbero entrare nella manovra anche la cosiddetta mini-naja. Infatti, è possibile che in un emendamento venga inserito quanto già previsto in un ddl governativo attualmente in discussione in Senato, che prevede per i ragazzi e le ragazze tra 18 e 30 anni, la possibilità di partecipare volontariamente a corsi di formazione teorico-pratici, non superiori a tre settimane nelle Forze armate. Pronto anche il testo che sarà presentato lunedì e prevede possibili tagli all’intero settore farmaceutico, comprese quindi le aziende, così come chiedevano i titolari di farmacie. «In attesa dell’adozione di una nuova metodologia di remunerazione delle farmacie per i farmaci erogati in regime di Ssn», le quote di spettanza a grossisti e farmacisti sul prezzo di vendita al pubblico dei medicinali di fascia A vengono rideterminate nella misura del 3% per i primi (era il 6,65%) e del 30,35% per i secondi (era il 26,7%) «come quota minima spettante».Infine, il 30% dei risparmi previsti dal settore scuola e reinvestiti nel comparto verranno accantonati - nonostante il congelamento triennale 2011-2013 - e potranno in seguito essere destinati a scatti di anzianità e progressioni del corpo docente.