Disagi soprattutto per i passeggeri delle low cost che durante la pandemia hanno tagliato il personale - Ansa
Voli cancellati, ritardi, bagagli attesi per ore. Il trasporto aereo europeo, ormai saldamente in mano alle low cost, nel caos in questa estate 2022 che si preannuncia esplosiva. I passeggeri, dopo due anni di restrizioni imposte dalla pandemia, non mancano. Ma anche nel settore aereo, come in altri comparti, si registra una drammatica mancanza di personale. Tanto da spingere alcuni hub, Gatwick e Heathrow a Londra, Schiphol ad Amsterdam e Charles de Gaulle a Parigi, ad una riduzione dell’operatività e a soluzioni "fantasiose". Consentire l’intervento dell’esercito per le operazioni di consegna bagagli come avvenuto in Irlanda o l’assunzione, decisa in Germania, di personale stagionale arrivato dalla Turchia con permessi di soggiorno speciali.
In Italia la situazione per il momento è meno drammatica ma gli effetti a catena dei disservizi nei cieli si stanno facendo sentire e la preoccupazione è elevata. Al momento Ita, la nuova compagnia di bandiera, detiene appena il 10% del traffico passeggeri, mentre la parte del leone la fanno Ryanair e EasyJet. L’estate è iniziata con l’astensione dal lavoro degli equipaggi delle due low cost irlandese e inglese, di Volotea e Malta Air l’8 giugno, seguita da una nuova protesta il 25. E la via crucis dei vacanzieri, che per spostarsi in aereo stanno spendendo fino al 120% in più rispetto a un anno fa per effetto del caro-carburante, è destinata a continuare. I sindacati Filt-Cgil e Uiltrasporti hanno proclamato proprio ieri un nuovo sciopero di 24 ore di piloti e assistenti di volo delle compagnie aeree Ryanair, Malta Air e della società CrewLink che si occupa del reclutamento del personale, spiegando che «non è ancora stato avviato da parte aziendale un confronto sulle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante». In particolare vengono rivendicati «contratti che garantiscano condizioni di lavoro dignitose e stipendi almeno in linea ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale del trasporto aereo». Per cercare di rinviare lo sciopero il ministro della Mobilità e delle Infrastrutture sostenibili Enrico Giovannini ha convocato un tavolo sul trasporto aereo per mercoledì pomeriggio con le associazioni datoriali, l’Enav e l’Enac. Le associazioni di consumatori hanno chiesto una sospensione degli scioperi per due mesi, dal 15 luglio al 15 settembre, e rimborsi immediati in caso di cancellazione.
L’Italia dal punto di vista organizzativo ha avuto un contraccolpo meno pesante perché ha evitato licenziamenti, riuscendo a prevenire le difficoltà della ripresa dei voli. «La politica adottata e il governo hanno consentito con la cassa integrazione e con 800 milioni di aiuti di mantenere il personale aeroportuale e i servizi a terra» ha spiegato il presidente dell’Enac Pierpaolo Di Palma. Gli ultimi tre mesi hanno fatto registrare dati migliori di quelli del 2019: la ripresa è stata superiore alle aspettative. Palermo e Catania hanno avuto una crescita dei viaggiatori superiore del 4-7% rispetto al pre-pandemia. Fiumicino ha recuperato il 90%. Le cancellazioni hanno riguardato Orio al Serio, che ha fatto un giugno da record con 1,3 milioni di passeggeri ma registrato anche ritardi e cancellazioni per i voli di Ryanair, Wizzair, Easyjet e Volotea. Qualche difficoltà anche a Venezia.
Situazione rovente in Spagna dopo lo sciopero di sabato, che ha causato 25 cancellazioni e 175 voli in ritardo, e si prepara ad una corsa ad ostacoli con 12 giorni di sciopero da parte dei dipendenti di Ryanair e altri 9 di quelli EasyJet solo nel mese di luglio. I contraccolpi, segnalano le agenzie internazionali, ci saranno anche altrove. In Germania Lufthansa ha annunciato la cancellazione di 2.200 voli durante il periodo estivo con il ministro del Lavoro che ha accusato le compagnie di aver effettuato licenziamenti selvaggi. Analoga situazione in Inghilterra dove mancano gli addetti. Le compagnie hanno licenziato ed ora non riescono a trovare nuovi dipendenti. Il personale di terra di British Airways protesta contro il mancato reintegro del taglio del 10% dello stipendio fatto durante la pandemia. Ad Heathrow un operaio di handling prendeva 19mila sterline, ora non lo si trova anche a 30mila, perché i lavoratori si sono ricollocati in altri settori meno usuranti.