L'Italia è nelle condizioni di portare il rapporto tra debito e Pil sotto il 100% nel 2020 grazie a un bilancio in pareggio dal 2013 e a dismissioni del patrimonio pubblico, secondo il vice ministro dell'Economia
Vittorio Grilli.«Noi speriamo di avere un debito/Pil inferiore al 100% nel 2020. Mi sembra di dire una cosa credibile», ha detto il vice di Mario Monti in via XX Settembre in un incontro con i giornalisti della Stampa estera. Oggi il debito italiano ammonta a circa il 120% del Pil, pari a 1.900 miliardi di euro.«Il pareggio di bilancio sarà una caratteristica del nostro bilancio dal prossimo anno. Dunque, una inflazione del 2% circa e una crescita anche inferiore all'1% generano automaticamente una riduzione del rapporto debito/pil. Oltre a questo, poi, ci saranno anche altre cose», ha spiegato Grilli. «Stiamo analizzando tutto il nostro patrimonio pubblico di aziende, immobili e concessioni per vedere cosa può essere messo sul mercato e cosa valorizzato. Siamo vicini ad avere un censimento completo. Negli anni Novanta abbiamo già venduto molto e sappiamo come farlo».Lo Stato potrebbe cedere fino a 50 miliardi di euro di pacchetti azionari di società pubbliche come Sace e Fintecna alla Cdp e utilizzare gli introiti per abbattere lo stock di debito pubblico. La Cdp è fuori il perimetro della Pubblica amministrazione ed è controllata per il 70% dal Tesoro e per il 30% da Fondazioni bancarie.Grilli ha detto che il Tesoro sta valutando tutte le ipotesi ma che una decisione non è stata ancora presa.
PARLARE DI LINEA DI CREDITO DEL FMI È ANACRONISTICOIl punto, comunque, è che ci sono strumenti e condizioni per fronteggiare la crisi del debito della zona euro e che oggi "è del tutto anacronistico e fuori dal tempo" parlare di una richiesta di aiuti al Fondo monetario internazionale da parte di Roma. Le manovre di bilancio da 80 miliardi di euro approvate lo scorso anno insieme alle nuove misure per aumentare il grado di concorrenza nei servizi cominciano a calmare le ansie degli investitori sul grado di solvibilità del Paese e aiuteranno la ripresa anche riducendo il costo dell'onere sul debito. Nel 2013 e nel 2014, poi le cose potrebbero andare anche meglio delle previsioni dal momento che non sono stati calcolati nei numeri ufficiali del Tesoro, né gli introiti dalla lotta contro l'evasione, nè l'impatto delle misure a favore della concorrenza sulla crescita.«Le nostre proiezioni del Pil sono pre liberalizzazioni, riflettono il passato e non il futuro», ha detto Grilli.Le ultime previsioni ufficiali del governo indicano per il 2013 un aumento del Pil dello 0,3% e per il 2014 dell'1%. «I mercati sono andati in overstress sull'Italia e si sono concentrati più sulle dimensioni del debito che su quanto era stato fatto. Ora ne stanno prendendo coscienz»", ha detto Grilli riferendosi al calo sotto il 400 punti base dello spread tra i Btp e i Bund tedeschi. Oggi pomeriggio il rendimento del Btp decennale benchamrk si è allontanato dalla soglia giudicata critica dagli investitori del 6% e ha segnato un minimo da inizio ottobre a 5,72%.«Negli ultimi mesi l'interesse degli investitori esteri per l'Italia si era inaridito ma da quello che vedo in giro adesso c'è molto interesse», ha proseguito. Guardando ai risultati del Consiglio europeo di lunedì scorso Grilli ha detto che il nuovo patto sulla disciplina di bilancio o fiscal compact «riflette le regole che ci siamo dati sul pareggio di bilancio». Inoltre «l'Italia condivide la filosofia del fiscal compact, che è la visione tedesca, nel senso che un'area economicamente matura non può usare lo strumento del deficit e del debito come una delle componenti della crescita».