Sembra quasi impossibile trovare pace per Telecom Italia. O meglio: per la sua compagine azionaria, che ha conosciuto tali e tanti repentini cambiamenti negli ultimi anni, provando con fatica ad approdare a un modello di “public company”, da non riuscire sempre a coniugare assetti societari adeguati alle necessarie esigenze di sviluppo.
La spagnola Telefonica, rimasta tra i soci forti, potrebbe infatti azzerare la partecipazione nella compagnia italiana attraverso il bond convertendo sottoscritto a metà luglio e a un inatteso patto con Vivendi su Telefonica Brasil Gvt. Il gruppo guidato da César Alierta ha ha presentato infatti ai francesi un’offerta, valida fino al 3 settembre, per aggregare la controllata Telefonica Brasil a Global Village Telecom (Gvt) in un’operazione da circa 6,7 miliardi di dollari. Vivendi ha replicato in prima battuta che nessuna delle controllate è in vendita, ma che valuterà comunque la proposta.
Il solo annuncio spagnolo ha provocato in ogni caso una pioggia di vendite in Borsa, con i titoli Telecom che, a metà mattina, dopo una sospensione per eccesso di ribasso, viaggiavano a -5%.
In base agli accordi fra i soci del gruppo italiano, il bond convertendo ha scadenza luglio 2017. A quella data Telefonica ridurrà la sua quota in Telecom Italia all’8,3-9,4% a seconda di quale sarà il prezzo di conversione (l’obbligazione è tuttavia scambiabile con un altro bond e riacquistabile, pertanto la riduzione di capitale, anche a termine, non è scontata).
Per l’ulteriore alleggerimento, fino all’uscita definitiva dal capitale Telecom, sarebbe necessario però ottenere un doppio gradimento dai francesi: alla cessione di Gvt e al fatto di prendersi fino a 1,11 milioni di titoli Telecom Italia, pari all’8,3% del capitale. L’offerta di Telefonica a Vivendi “è un atto ostile contro il progettato merger Gvt-Tim Brasil fatto da chi è ancora il primo azionista di Telecom” ha commentato a caldo, via Twitter, il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini.