Stanno, seppur in numero ridotto, per ore in attesa nei parcheggi. Quasi sempre il turno di giornata si conclude senza neppure una corsa e, se si tratta di una, è un successo.
Anche su un servizio pubblico come quello svolto dai taxisti si è abbattuto il vento del "tutti in casa" e per questa tipologia di lavoratori autonomi è crisi. Un comparto vitale della mobilità, con 30mila ditte che aspettano la ripresa del Paese per potere tornare al lavoro.
"Speriamo duri poco, è dai primi di marzo che non lavoriamo, facciamo ugualmente i turni per rispondere ad eventuali chiamate ma, a parte qualche rara corsa verso gli ospedali, stiamo fermi". L'immagine fissata da Massimo Campagnolo, segretario di Federtaxi Cisal, è un'istantanea che si commenta da sola. In attesa nei parcheggi, senza incassare ma con spese da sostenere come quelle per i divisori tra sedili anteriori e quelli posteriori: li hanno montati in plexiglas, per un costo minimo di un centinaio di euro e hanno ottenuto la deroga a farlo, perché quelli omologati costano oltre 2mila. E poi l'obbligo della mascherina, dei guanti, dell'Amuchina. E ancora l'obbligo di disinfettare la macchina ogni giorno: "tutto a nostre spese" sottolinea il segretario. Non hanno molte speranze sugli aiuti statali a partire dai 2 milioni di euro per i separè ma solo per quelli omologati. C'è poi l'aiuto di 600 euro come artigiani, ma solo per marzo. Un po' poco. "Lo Stato avrebbe dovuto riconoscerci l'equivalente del 50% del dichiarato, sarebbe stato meglio". Altre richieste? "Non chiediamo di rimandare i pagamenti - dice Campagnolo -, ma di non pagare l'Irpef per tre mesi, le Regioni potrebbero ridurre o togliere l'importo del bollo auto, così come le assicurazioni. E ci aspettiamo attenzione dalle banche sulle rate dei finanziamenti stipulati per l'acquisto della licenza". Un quadro negativo dove spicca la buona notizia che almeno nell'ambito degli aeroporti sono spariti gli abusivi. D'altra parte i giochi sono presto fatti, basti l'esempio lombardo, con un solo hub ed un solo Terminal aperto a Malpensa dove si registrano dieci voli giornalieri. I taxisti presenti fanno il loro turno di dieci ore ma spesso non effettuano neppure una corsa. Allora non è che potrebbe profilarsi il rischio "chiusura" per qualche taxista? "Alcuni forse non ce la faranno - conclude Campagnolo, altri magari vorrebbero farlo ma non potranno perché, ad esempio, hanno la licenza da pagare".