La sede della Banca centrale europea a Francoforte - Ansa
Il tempo dei tassi sotto zero sta finendo. Questa mattina il rendimento dei Bund tedeschi in scadenza fra dieci anni è tornato positivo per la prima volta dalla primavera del 2019. È un segnale: gli investitori che comprano e vendono le obbligazioni già emesse sembrano aspettarsi che le banche centrali ridurranno più rapidamente del previsto i loro stimoli all’economia, fatti di tassi a zero e acquisti di titoli pubblici e privati comprati emettendo nuova moneta (il quantitative easing o allentamento quantitativo).
Ancora un mese fa il tasso dei Bund tedeschi decennali era attorno al -0,40% mentre oggi è salito di pochi millesimi sopra quota zero. I titoli di Stato della Germania sono tradizionalmente quelli che pagano i tassi di interesse più bassi tra le obbligazioni dei governi della zona euro. Il tasso dei Btp italiani è già più che raddoppiato rispetto ai livelli minimi toccati all’inizio della pandemia: quello dei decennali era sceso fino sotto lo 0,5% ma soltanto nell’ultimo mese è salito dall’1% all’attuale 1,35%. È comunque meno di quanto il mercato chiede agli Stati Uniti, dove i Treasury Bond decennali pagano l’1,89%.
Gli analisti si aspettano che le banche centrali intervengano con piani più severi di quelli attesi fino a poche settimane fa perché l’inflazione continua a crescere in modo preoccupante. A dicembre ha raggiunto il 7% negli Stati Uniti e il 5% nella zona euro. In Germania, principale economia europea, la crescita annua dei prezzi è stata del 5,7% (4,2% in Italia) e il nuovo governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, si sta già muovendo per contenere i rischi di una bolla immobiliare nel Paese.
Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha già avviato il rialzo dei tassi e la riduzione degli stimoli. La Banca centrale europea è più indietro, ma potrebbe anticipare un primo rialzo dei tassi, oggi a zero, alla fine del 2022.